Rimborsopoli Piemonte, condannata in via definitiva per peculato la sottosegretaria di FdI Augusta Montaruli. Bonaccini: «Deve dimettersi»

La politica, molto vicina a Giorgia Meloni, era già stata condannata in due gradi di giudizio per le spese non giustificate con soldi pubblici. Ora il verdetto della Cassazione

Due libri, Mia suocera beve e Sexploration. Giochi proibiti per coppie che, secondo le motivazioni della sentenza, «non avevano alcun nesso con l’evento letterario sulla violenza sulle donne». Ma anche Swarovski e borse: questi alcuni degli acquisti effettuati con i soldi della Regione Piemonte da Augusta Montaruli, per i quali l’attuale sottosegretaria all’Università del governo Meloni è stata condannata in via definitiva a un anno e sei mesi. L’esponente di Fratelli D’Italia, all’epoca dei fatti consigliera regionale, ha visto confermata la sua pena dalla Corte di Cassazione. L’inchiesta risale a fatti di una decina di anni fa, finiti sotto la lente dei magistrati nel cosiddetto caso Rimborsopoli. La Corte d’Appello aveva emesso una condanna a un anno e sette mesi, uno in meno rispetto alla condanna definitiva arrivata nella tarda serata di ieri, 16 febbraio. Montaruli è stata ritenuta colpevole di peculato: si è fatta rimborsare impropriamente alcune spese per un totale di circa 25 mila euro.


Bar, ristoranti, borse, Swarovski, libri. Le spese contestate inizialmente a Montaruli ammontavano a 41.552 euro. L’inchiesta ha riguardato le richieste di rimborsi effettuate dai rappresentanti della Regione Piemonte tra il 2010 e il 2014. Noto alle cronache il rimborso chiesto dall’allora presidente di Regione, il leghista Roberto Cota, per delle mutande verdi. La difesa dell’avvocato Guido Carlo Alleva, che ha seguito sia Cota sia Montaruli, verteva sul fatto che gli scontrini fossero stati sì presentati, ma senza esercitare pressioni per vederli rimborsati. «In merito alle spese attribuite ai miei assistiti – ha detto il legale – non vi furono comunicazioni, discussioni o anche semplici conversazioni con i capigruppo. Non vi furono insistenze, proteste o pressioni per ottenere il rimborso, né verso le segretarie, né verso chiunque altro. Si tratta di semplice presentazione di scontrini». La sottosegretaria Montaruli, molto vicina a Giorgia Meloni, era già stata al centro di polemiche per i suoi pellegrinaggi a Predappio. «Un errore di gioventù», si è giustificata lei.


Le richieste di dimissioni

Il primo esponente delle opposizioni a chiedere le dimissioni della politica di Fratelli d’Italia è Stefano Bonaccini. Il presidente dell’Emilia-Romagna, candidato favorito per la successione a Enrico Letta alla segreteria del Partito democratico, scrive su Twitter: «La sottosegretaria Montaruli, condannata in via definitiva per peculato, deve subito lasciare il suo incarico ministeriale».

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