Gli audio di Matteo Messina Denaro a “Non è l’Arena” raccontano la malattia del boss: «Il mio corpo mi ha tradito» – Il video

L’Ultimo dei Corleonesi nei messaggi su Whatsapp con le amiche in chemioterapia: : «Io avevo una vita bellissima. Non avevo previsto quello che sta accadendo e non lo posso accettare»

Ieri a Non è l’Arena sono sbarcati gli audio di Matteo Messina Denaro. La trasmissione di Giletti su La7 ha infatti trasmesso una serie di messaggi vocali mandati dall’Ultimo dei Corleonesi a una donna che svolgeva la chemioterapia con lui a La Maddalena di Palermo. Ovvero quella in cui l’arresto ha interrotto i 30 anni di latitanza di ‘U Siccu. Si è parlato molto dei messaggi in cui Diabolik attacca Zelensky e si schiera con Putin. Quelli più intimi invece parlano di tutt’altro. E segnatamente della condizione di malattia per il tumore al colon retto che ha colpito il Boss. Il quale si trova adesso nella condizione in cui si trovano tanti malati: «Il mio corpo mi ha tradito»; «curiamoci e vediamo dove arriviamo»; «so cosa stai passando», dice all’amica. Alla quale alla fine dedica Crazy di Gnarls Barkley.


«Curiamoci»

«Curiamoci e vediamo dove arriviamo. Del resto non sappiamo niente del futuro» è il primo messaggio del boss. Che nello scambio di messaggi successivo dice «Il mio corpo mi ha tradito. Ancora non riesco a capacitarmi. Non lo sopporto più questo corpo». Poi aggiunge qualcosa di significativo: «Io avevo una vita bellissima. Non avevo previsto quello che sta accadendo e non lo posso accettare».


Un altro audio invece cerca di confortare l’amica per un esame che non arriva. «Lo so cosa stai passando, ma non puoi fare così. Cadi malata prima di sapere le notizie. C’è un centro dove stanno facendo questo esame istologico? Cerca di contattarli. Non so che dirti. 22 giorni è assurdo, a me l’hanno dato in una settimana. Fammi sapere».

«Simile a un felino»

Gli altri audio invece mostrano il Boss che parla di sé. «Io in genere sfuggo dal farmi conoscere. Anche da mia mamma. Io sono così. Sono tipo un felino. Con me stesso, più che altro. Quando le persone mi studiano e indovinano, minchia, mi infastidisco come una belva».

Infine, l’ultimo messaggio alle signore compagne di chemioterapia. Stavolta fa ascoltare la canzone “Crazy”. «My heroes had the heart / To lose their lives out on a limb / And all I remember / Is thinking, I want to be like them», dicono le parole.

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