Quanto costa la guerra in Ucraina: in un anno l’Ue ha donato 30 miliardi, dall’Italia 300 milioni

Rispetto alle previsioni, il Pil dell’Unione è stato il 2,5% più basso

Aiuti militari, umanitari e armi. Dall’inizio della guerra in Ucraina, poco meno di un anno fa, l’Unione Europea ha speso 30 miliardi di euro per supportare il Paese invaso, e ne ha già stanziati altri 18 per il 2023. A questi, si deve sommare la spesa dei singoli Stati. Nel complesso, tutti i Paesi dell’Ue tranne l’Ungheria hanno aiutato l’Ucraina anche militarmente. A novembre, il nostro Paese aveva fornito a Kiev 310 milioni di euro. Una cifra relativamente bassa se confrontata con quella della Francia (800 milioni) e della Germania (1,15 miliardi). Sotto all’Italia ci sono Spagna (200 milioni) e Portogallo (250 milioni), riporta il Corriere della Sera. In termini relativi, è l’Estonia, impaurita da una potenziale espansione russa, ad aver donato di più: ben l’1% del proprio Pil. Le spese si fanno sentire, rispetto alle previsioni, il Pil dell’Ue nel 2022 è stato minore del 2,5% Uscendo dall’Ue, spiccano il Regno Unito (2,6 miliardi) e gli Usa (15 miliardi). Aiuti ingenti che sono merito anche del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha saputo fare richieste mirate ai leader di ciascuno Stato.


Carri armati, munizioni e caccia: chi manda cosa

E intanto, armamenti pesanti attraversano l’Europa per raggiungere il confine orientale. L’Italia non ha ancora rivelato cosa manderà. La Francia invierà a Kiev alcuni carri armati leggeri Amx10, la Germania 14 Leopard e sistemi antimissile. Dai Paesi Bassi arriveranno alcuni caccia F-16 mentre dalla Slovacchia gli aerei Mig-29 di epoca sovietica. Leopard, questa volta di vecchia generazione, in partenza anche dalla Polonia, così come da Spagna e Portogallo, che insieme ne invieranno sette. Madrid, inoltre, si è impegnata a fornire pezzi di ricambio. Dai Paesi Baltici arriveranno a Kiev sistema di difesa Stinger, 4 elicotteri, droni e munizioni. Le armi sono in arrivo mentre la Russia si è già convertita all’economia di guerra, con fabbriche di armamenti che lavorano ventiquattro ore al giorno.


L’arsenale russo e i negoziati di pace

Secondo dati dell’Institute for strategic studies (Iiss) citati dal Corriere, Mosca può disporre di quasi 16 mila carri armati (per confronto, Italia, Francia, e Germania messe assieme ne hanno circa 4 mila ), parte degli oltre 30 mila mezzi corazzati della Federazione. Insomma, non proprio un buon auspicio in ottica negoziati di pace, che infatti sono rimasti fermi fatte salve le intenzioni espresse da Mosca e Kiev di trovare un accordo. La pace in 10 punti proposta da Zelensky non ha trovato terreno fertile a est, probabilmente a causa della richiesta di ripristino dell’unità territoriale dell’Ucraina che la Russia non sembra intenzionata ad accogliere, mentre i tentativi fatti da vari Stati terzi non sono andati a buon fine.

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