Due giorni di assenza al mese, anche per le studentesse: come funziona la proposta di legge sul congedo mestruale

L’iniziativa è del gruppo di Alleanza verdi sinistra, che chiede a Giorgia Meloni di sostenere il provvedimento: «Parla di tesoretti e risparmi, usiamoli per qualche misura a favore delle donne»

Sono passati cinque giorni da quando il Parlamento spagnolo ha approvato in via definitiva una norma che introduce il congedo mestruale sovvenzionato dallo Stato. Alle donne basterà presentare un referto medico che certifichi come il ciclo sia, nel loro caso, invalidante, e potranno astenersi dalla giornata lavorativa, venendo comunque retribuite. La Spagna è il primo Paese occidentale ad adottare il congedo mestruale. Guardando a Oriente, Cina, Corea del Sud, Giappone, Taiwan e Vietnam hanno nei propri ordinamenti norme simili. Oggi, 21 febbraio, anche l’Italia vede depositare presso la Camera dei deputati un provvedimento che va in questa direzione. A presentarlo, il gruppo di Alleanza Verdi Sinistra: «Il ciclo può essere invalidante, è paradossale che quando si propongono leggi per le donne la risposta sia sempre una sorta di benaltrismo. Se gli uomini avessero il ciclo mestruale, la legge sarebbe già stata approvata da tempo. Chiediamo anche alla presidente Giorgia Meloni di sostenerla», dichiara Elisabetta Piccolotti, promotrice della proposta di legge insieme alle parlamentari Eleonora Evi, Francesca Ghirra e Luana Zanella. Cosa prevede il testo che, da oggi, inizia l’iter di Montecitorio?


In generale, si tratta di un congedo per chi soffre di dismenorrea, ovvero il dolore uterino che sorge durante il periodo delle mestruazioni. «Una condizione che viene riportata dal 20 al 90% delle donne. Nelle adolescenti rappresenta il più diffuso disturbo della sfera genitale, costituendo la causa principale di assenza breve e ricorrente dalla scuola», si legge nella proposta di legge. Il testo consta di tre articoli. Il primo punta a istituire un congedo mestruale scolastico: per tutte le studentesse colpite da dismennorea, saranno previsti due giorni di assenze giustificate al mese che non incidereanno sul monte ore necessario a completare l’anno scolastico, pari ai tre quarti dell’orario annuale stabilito dalla legge nazionale. Per usufruire del congedo mestruale scolastico, oltre al certificato medico da portare a inizio anno, le studentesse dovranno presentare di volta in volta una giustificazione dei genitori, se minorenni, o propria nel caso abbiano raggiunto la maggiore età. L’articolo due, invece, riguarda il congedo mestruale lavorativo. Se la dipendente soffre di un ciclo doloroso, anche in questo caso certificato da un medico, potrà assentarsi dal lavoro per due giorni al mese, ricevendo comunque un’indennità del 100% della retribuzione giornaliera.


I giorni di congedo goduti, poi, non andranno a sommarsi ad altre cause di assenza del lavoro, come la malattia: i due istituti resteranno separati sia dal punto di vista retributivo che contributivo. Il congedo mestruale lavorativo, stando a quanto riportato nella proposta di legge, sarà applicabile a tutte le donne che anno contratti di lavoro «subordinato o parasubordinato, a tempo pieno o parziale, a tempo indeterminato, determinato ovvero a progetto». Infine, il terzo e ultimo articolo, punta ad annoverare i contraccettivi ormonali tra i livelli essenziali di assistenza. Se la proposta sarà convertita in legge, il ministero della Salute dovrà adottare delle linee guida per la distribuzione gratuita dei contraccettivi ormonali nelle farmacie, dietro presentazione di una ricetta del medico.

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