Russia, in barba alle sanzioni il capo dei mercenari Wagner avrebbe guadagnato 250 milioni di dollari da estrazione di oro, diamanti e petrolio

Il Financial Times rivela i profitti di Yevgheny Prigozhin: «Movimenti sfuggiti alle misure punitive dell’Occidente»

L’oligarca russo Yevgheny Prigozhin, punto di riferimento di una delle fazioni del Cremlino e sanzionato dall’Occidente perché fondatore dell’esercito privato dei mercenari del Gruppo Wagner attivo anche in Ucraina, avrebbe incassato negli ultimi 4 anni profitti per 250 milioni di dollari. A riferirlo è il Financial Times sulla base dei movimenti di denaro provenienti in particolare da Siria o Sudan, dove i miliziani Wagner sono stati accusati di aver commesso gravi violazioni dei diritti umani. Secondo il giornale britannico tali movimenti censiti nel 2008 sarebbero sfuggiti al monitoraggio delle misure punitive occidentali. L’esame dei conti di aziende già sanzionate da Usa, Regno Unito e Ue che si ritiene facciano capo a Prigozhin rileva nello specifico profitti generati dall’estrazione di oro e diamanti negli stessi Paesi e dal commercio di gas e petrolio. Poco tempo fa lo stesso Prigozhin aveva commentato precedenti inchieste del Financial Times su di lui, negando la veridicità di alcuni dati su arricchimenti personali nei teatri di guerra all’estero. Più volte ha poi ribadito di considerare le sanzioni «attività illegali», invitando a «sputarci sopra», anche dopo il provvedimento con cui Washington definì il Gruppo Wagner come «un’organizzazione criminale transnazionale». Ora, dopo la pubblicazione dell’ultima inchiesta, il noto giornale britannico ha precisato che i guadagni attribuiti all’oligarca nell’articolo di poche ore fa, non comprendono le fortune principali accumulate in patria da sue società attive nel catering o nel real estate, «beneficiarie di lucrosi “contratti pubblici” durante l’era Putin».


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