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Morti improvvise tra giovani sportivi, lo studio sui rischi tra gli under 16

21 Febbraio 2023 - 16:13 Redazione
Lo studio dell'università di Padova e dell'Ulss 2 rivela come lo screening abbia salvato potenzialmente le vite di 69 giovani atleti

Il 74% delle patologie cardiovascolari che possono portare alla morte improvvisa durante un’attività sportiva sono state diagnosticate a bambini e ragazzi con meno di 16 anni. Lo rivela un recente studio dell’Università di Padova e dell’Ulss 2 Marca Trevigiana che ha monitorato 22.324 giovani atleti tra i 7 e i 18 anni, che sono stati sottoposti nel corso degli anni a 65.397 valutazioni mediche, con lo scopo di valutare l’impatto dello screening medico sportivo nella prevenzione delle morti improvvise. Ed è emerso che grazie al modello di screening italianosono state potenzialmente salvate le vite di 69 giovani atleti: lo 0,3% dei giovani che pratica sport ha una condizione cardiovascolare che lo espone al rischio di un grave evento cardiaco. Lo studio è stato pubblicato dalla rivista scientifica European Heart Journal sotto la guida della squadra del dottor Patrizio Sarto, direttore della Medicina dello Sport dell’Ulss 2.

Perché è importante lo screening frequente

«La nostra modalità di screening differisce da quella proposta in altri Paesi come il Regno Unito, dove i giovani calciatori vengono sottoposti a un’unica valutazione cardiovascolare all’età di 16 anni», spiega Sarto sottolineando come in Italia gli atleti vengono invece presi in carico in giovanissima età e ripetono la valutazione ogni anno. Questo permette di riuscire a identificare il prima possibile eventuali malattie cardiovascolari a rischio di morte improvvisa durante l’attività fisica. «Quando – aggiunge il ricercatore – la prima valutazione non è in grado di evidenziare la patologia, risultano fondamentali i controlli successivi». E ha aggiunto: «Su 22.324 sportivi valutati, uno soltanto è stato colpito da arresto cardiaco durante l’attività sportiva, ed è sopravvissuto grazie alla rianimazione cardiopolmonare con l’uso del defibrillatore». Per quanto riguarda gli arresti cardiaci improvvisi, Sarto riferisce che si tratta di casi molto complessi perché «nonostante i tanti esami eseguiti non è stato ancora possibile individuare la causa».

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