Centinaia di bambine avvelenate in Iran, il viceministro ammette: «Qualcuno vuole chiudere le scuole femminili» – Foto e video

Al momento le autorità iraniane non hanno annunciato alcun arresto. Dalla fine di novembre sono almeno 200 le studentesse di 10 anni con sintomi da avvelenamento

Dall’inizio di dicembre 2022 sono state più di 200 le studentesse di circa 10 anni che hanno accusato sintomi da avvelenamento in 12 scuole a Qom e Borujerd, a Sud di Teheran. Solo ieri 26 febbraio, il viceministro della Salute iraniano, Youness Panahi, ha di fatto ammesso che dietro quei casi c’è stata la mano di qualcuno che aveva intenzione di far chiudere le scuole femminili, come già sta avvenendo in Afghanistan. Lo scorso 14 febbraio, racconta l’agenzia Irna, un gruppo di genitori ha protestato davanti alla sede del governatore della città per «chiedere spiegazioni». Come riporta Bbc Persia, secondo il viceministro iraniano, gli avvelenamenti seriali sarebbero stati causati da «composti chimici facilmente disponibili», escludendo quindi che le sostanze usate potessero provenire da ambienti militari o potessero essere contagiose. Alla luce dei primi elementi emersi con le indagini del ministero dell’Istruzione e l’intelligence iraniana, il viceministro iraniano alla Salute ha detto: «È emerso che alcuni individui volevano che tutte le scuole, soprattutto quelle femminili, fossero chiuse». Al momento non sarebbero stati annunciati arresti.


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