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L’ultima mattina di Astorre prima di togliersi la vita in Senato

06 Marzo 2023 - 18:54 Redazione
Telefonate ad amici e politici, un appuntamento per pranzo con Leodori e la rassicurazione all'autista. Ma non risulta alcun biglietto lasciato che spieghi le ragioni del suicidio

Disposta l’autopsia, atto dovuto della Procura di Roma che ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, ma nessun’altra novità sulle ragioni che hanno portato Bruno Astorre a gettarsi, venerdì 3 marzo, da una finestra di Palazzo Cenci. Al momento, per il pm «non sussistono motivi per ulteriori approfondimenti», fa sapere una fonte del Senato. Nessun bigliettino trovato nel suo ufficio, né messaggi o lettere che possano fornire una spiegazione per il gesto del senatore. Da quel che emerge ora nelle ricostruzioni delle ultime settimane di Astorre, proprio in Senato a febbraio era stato sventato per miracolo un suo primo tentativo di suicidio, afferrandolo sul cornicione poco prima che si lanciasse nel vuoto. In seguito a quel gesto, è stato ricoverato al Policlinico di Tor Vergata, da cui era uscito tranquillizzando medici e famigliari il venerdì precedente alla sua scomparsa.

Astorre aveva ripreso a occuparsi di politica. La mattina del decesso, oltre alla rassegna stampa in streaming, il senatore aveva chiamato almeno tre amici e colleghi di partito. Una telefonata con Svetlana Celli, presidente dell’assembla capitolina, in cui Astorre aveva incoraggiato l’esponente Dem per le attività in Campidoglio. Poi, a circa un’ora dal suicidio, verso le 11.15, la chiamata con Massimiliano Baldini. Il senatore si voleva congratulare con il dirigente del Pd capitolino per il lavoro in una partecipata del Comune, Risorse per Roma. La descrivono come una telefonata amichevole, di cortesia. E ancora, la conversazione avuta con il consigliere regionale e amico di lunga data Daniele Leodori. Astorre aveva fatto di tutto per convincere i vertici del Nazareno a scommettere sulla sua candidatura alla presidenza della Regione Lazio. Poi, Alessio D’Amato ha avuto la meglio, ma nella lista Pd Leodori è stato comunque il candidato consigliere più votato, con circa 22 mila preferenze.

A Leodori, Astorre avrebbe dato appuntamento per pranzo. L’ha chiamato mentre era in macchina, diretto dai Castelli romani, dove era stato intervistato, verso il centro di Roma. Voleva discutere con lui di alcuni temi collegati all’esito delle primarie. Durante il tragitto, vista la disponibilità del consigliere regionale a pranzare insieme, Astorre avrebbe prenotato in un ristorante. Arrivato di fronte agli uffici di Palazzo Cenci, il senatore avrebbe consigliato all’autista di aspettare in doppia fila se non avesse trovato parcheggio. «Mezz’ora al massimo e ripartiamo». Una frase che, forse, sarebbe servita a tranquillizzare l’autista, il quale avrebbe avuto disposizioni di non perdere d’occhio Astorre dopo il tentativo di suicidio.

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