260 mila famiglie in meno per 3 miliardi di risparmi: chi perderà il sussidio con il passaggio dal reddito di cittadinanza alla Mia

Il ricalcolo Isee esclude il 25% delle famiglie oggi beneficiarie. Con la riduzione degli assegni saltano 3 miliardi di euro su 8

Con il passaggio dal Reddito di Cittadinanza alla Misura di Inclusione Attiva è a rischio il 25% degli attuali percettori del sussidio. Mentre per molti altri l’importo totale scenderà. In compenso con le nuove norme il governo punta a un risparmio di tre miliardi di euro sugli otto che attualmente costa il Rdc. La Mia, al debutto a settembre, cambierà le platee, la durata, gli importi e i requisiti per ottenere il beneficio. Fino a fine agosto si potrà fare ancora domanda per il Rdc. Ma il beneficio si potrà ottenere il beneficio al massimo fino alla fine del 2023. La Mia si dovrà chiedere all’Inps con modalità telematiche. Una volta effettuati i controlli sui requisiti l’Istituto chiederà l’iscrizione presso il sistema informativo della Mia, al fine di sottoscrivere un patto di attivazione digitale. Chi presenterà documenti falsi rischia da due a sei anno di carcere oltre alla restituzione di tutto l’importo.


Cosa cambia per la platea

A parlare di come cambierà la platea è oggi La Stampa. Che parte dalla riduzione della soglia Isee per ottenere il sussidio: da 9.360 euro a 7.200. Secondo le stime citate dal quotidiano così a perdere il sussidio sarà il 25% degli attuali beneficiari. Ovvero circa 260 mila nuclei familiari. Attualmente sono 1,035 milioni le famiglie che percepiscono il reddito. Il taglio orizzontale dei beneficiari non è l’unica misura. Per i soggetti occupabili l’assegno base scenderà del 25%. Ovvero passerà da 500 a 375 euro. Ma anche le famiglie che ospitano minori rischiano un taglio. Secondo l’ultima bozza fatta circolare lunedì, infatti, i minori dovrebbero uscire dal meccanismo di calcolo totale ricevendo invece una quota fissa di 50 euro al mese. Oltre all’assegno unico e universale per i figli a carico. Le regole del reddito di cittadinanza prevedevano un contributo mensile di circa 100 euro per ogni figlio a carico. Ora il contributo sarà dimezzato.


Il contributo per i figli dimezzato

In pratica, spiega il quotidiano, una madre con due figli minori, che con l’Rdc avrebbe ricevuto 700 euro (500 moltiplicato per 1,4, assegnando un coefficiente pari a 1 al primo componente e 0,2 ai figli), con la Mia scenderà a 600 euro (500 euro per la madre e 50 per ogni figlio). Mentre madre, padre e due figli maggiorenni che con l’Rdc arrivano a 1.050 euro al mese (posto che la scala equivalente ha un tetto massimo di 2,1) calerebbero invece a quota 787,5 euro (375 euro per 2,1) per effetto del taglio del contributo destinato agli occupabili. Sempre secondo questo schema una famiglia di cinque persone composta da padre, madre, due figli maggiorenni e uno minorenne salirebbe invece di importo: da 1.050 a 1.100. Perché il minore in questo caso sarebbe fuori dalla scala di equivalenza e riceverebbe così comunque 50 euro. Per una coppia con due figli minorenni invece l’importo scende dai 900 euro attuali agli 800 della Mia.

La Carta Mia

Una nuova piattaforma digitale gestirà la Mia. Sullo strumento del ministero del Lavoro avverrà tutto: si sottoscriverà il patto per il lavoro o l’assistenza e si compileranno i moduli necessari per la Carta Mia. Ovvero quella su cui si riceveranno i soldi. Che, come per il reddito, non si potranno spendere per giochi e Gratta & Vinci. Sulla piattaforma digitale i richiedenti dovranno iscriversi per sottoscrivere un “patto di attivazione digitale” per ottenere dopo sette giorni la carta. I soldi arriveranno solo dopo la sottoscrizione della Did, ovvero la Dichiarazione di Immediata Disponibilità a lavorare. L’algoritmo indirizzerà il richiedente al centro per l’impiego o ai servizi sociali del comune di residenza. Il beneficiario della Mia dovrà sottoscrivere anche il “Patto di servizio personalizzato”, se occupabile. Oppure il “Patto per l’inclusione”, se non occupabile. Dovrà visionare le proposte sulle offerte di lavoro e sui tirocini. E dovrà seguire i progetti personalizzati. Se non lo fa, rischia di perdere i soldi.

Occupabili e non occupabili

Come abbiamo spiegato, dal primo settembre 2023. I beneficiari verranno divisi in due platee:

  • le famiglie povere senza persone occupabili, ovvero quelle dove c’è almeno un minorenne o un anziano over 60 o un disabile;
  • le famiglie povere con persone occupabili, dove non ci sono queste situazioni ma almeno una persona tra i 18 e i 60 anni di età.

Per i 400 mila percettori considerati occupabili, scaduti i sette mesi di RdC previsti per il 2023, il valore del sussidio non potrà superare i 375 euro al mese. Mentre oggi la durata è di 18 mesi, le bozze della Mia prevedono un massimo di 12 mensilità. Successivamente si potranno richiedere i successivi sei mesi. Ma non prima di un mese di stop. Passato anche questo periodo, non sarà possibile rinnovare la richiesta prima di un anno e mezzo.

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