Addio Reddito di cittadinanza, la stretta anche sui 16enni. Cosa cambia per chi può e non può lavorare: così cala l’assegno

Il governo punta a settembre per partire con la nuova riforma del sussidio. Nei 12 articoli della bozza messa a punto dal ministero del Lavoro previsti obblighi di formazione anche per i minorenni

La fine del Reddito di Cittadinanza è sempre più vicina. Pronto a sostituire il sussidio istituito durante il Governo Conte 1 c’è la Misura di Inclusione Attiva (Mia). Questo è il nome del rebranding del RdC previsto dal dall’esecutivo del quale iniziano a trapelare le prime bozze. Cambiano innanzitutto le cifre. Per tutti coloroche vengono considerati «occupabili» l’assegno sarà di 375 euro al mese per 12 mesi con opzione di rinnovo per altri sei. Per chi invece non può lavorare si parla di 500 euro al mese per massimo 18 mesi, anch’essi rinnovabili. Oltre alla possibilità di lavorare, vengono introdotte altre discriminanti che possono determinare erogazione e valore del sussidio per il nucleo familiare. Ovvero la presenza di disabili, di minorenni, o anziani. Non solo, però, perché nella bozza c’è anche l’obbligo, per chi ha più di 16 anni e meno di 60, non lavora, non studia, e fa parte di un nucleo familiare percettore, di partecipare ad iniziative di formazione.


Gli occupabili

Come anticipato, per i 400 mila percettori considerati occupabili, scaduti i sette mesi di RdC previsti per il 2023, il valore del sussidio non potrà superare i 375 euro al mese. Si tratta dei nuclei familiari che non comprendono over 60, minori o disabili. Inoltre, mentre oggi la durata è di 18 mesi, le bozze della Mia prevedono un massimo di 12 mensilità, dopo le quali si potranno richiedere i successivi sei mesi. Ma non prima di un mese di stop. Passato anche questo periodo, non sarà possibile rinnovare la richiesta prima di un anno e mezzo. Non è ancora certo se quanto si legge nella bozza del decreto Lavoro verrà poi confermato, ma il periodo di stop dovrebbe spingere gli ormai ex percettori a cercare un impiego. Si vedrà, al varo della misura, fra un paio di settimane, se la condizione verrà mantenuta.


I non occupabili

Per chi invece lavorare non può, si prevede un assegno di 500 euro al mese che dovrebbe essere erogato per massimo 18 mesi prima dello stop di un mese, dopo il quale si potrà chiederlo nuovamente per altri 12 mesi. È questo il caso di nuclei familiari dei quali fanno parte minori, anziani over 60 e disabili.

L’obbligo di formazione anche per i 16enni

Tutti coloro che possono acquisire nuove competenze e lavorare sono tenuti a farlo. Questo è il messaggio che trapela dalla bozza della Mia, nella quale è previsto che i percettori maggiorenni e minorenni che abbiano adempiuto agli obblighi scolastici partecipino ad attività formative. Dall’obbligo sono esclusi gli over 60 e i disabili. Può richiedere l’esenzione anche chi si deve prendere cura di figli minori di tre anni e persone affette da disabilità gravi.

Chi ha diritto alla Mia

Potranno presentare domanda i cittadini italiani o dell’Ue che non superano i 7,2 mila euro di Isee e il cui reddito familiare non vada oltre i 6 mila euro moltiplicato per il parametro di equivalenza corrispondente ai componenti del nucleo familiare. Al momento della presentazione della domanda, bisognerà essere stati residenti in Italia per almeno cinque anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo (a fronte dei 10 richiesti per il Rdc). Il bonus non è soggetto alla tassazione Irpef. I percettori potranno lavorare e mantenere l’assegno purché il reddito del lavoro non superi i 3000 euro annui.

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