Papa Francesco e le dimissioni: «Solo per stanchezza o guai fisici»

L’intervista alla tv svizzera: la carrozzina, le periferie, Putin e Benedetto XVI

Papa Francesco darà le dimissioni solo per stanchezza o per guai fisici. Lo ha detto lui stesso in un’intervista rilasciata alla tv svizzera di lingua italiana Rsi. Che oggi viene ripresa dai giornali italiani. La prima domanda è proprio sull’addio al pontificato. Che secondo Bergoglio avverrà soltanto per «una stanchezza che non ti fa vedere chiaramente le cose. La mancanza di chiarezza, di sapere valutare le situazioni. Anche il problema fisico, può darsi. Su questo domando sempre e seguo i consigli. Come vanno le cose? Ti sembra che devo… alle persone che mi conoscono, anche ad alcuni cardinali intelligenti. E mi dicono la verità: continua va bene. Ma per favore: gridare a tempo». Il pontefice racconta che si vergognava a girare in carrozzina. E rispondendo alle domande del giornalista Paolo Rodari torna sulla sua predilezione per le periferie.


La carrozzina e le periferie

«La realtà si vede meglio dagli estremi che dal centro», dice. Poi ripete la condanna del «chiacchiericcio» che è «una peste» e spiega cosa gli manca della vita di prima: «Camminare, andare per la strada. Camminavo tanto. Usavo la metro, il bus, sempre con la gente». Poi parla della guerra in Ucraina. E svela cosa direbbe a Vladimir Putin: «Gli parlerei chiaramente come parlo in pubblico. È un uomo colto. Il secondo giorno della guerra sono stato all’ambasciata di Russia presso la Santa Sede a dire che ero disposto ad andare a Mosca a patto che Putin mi lasciasse una finestrina per negoziare. Mi scrisse Lavrov dicendo grazie ma non è il momento. Putin sa che sono a disposizione. Ma lì ci sono interessi imperiali, non solo dell’impero russo, ma degli imperi di altre parti. Proprio dell’impero è mettere al secondo posto le nazioni».


L’Europa e Benedetto XVI

Mentre l’Europa «in questo momento ha tanti politici, capi di governo o ministri giovani. Dico loro sempre: parlate fra voi. Quello è di sinistra, tu sei di destra, ma siete giovani, parlate. È l’ora del dialogo fra i giovani». Infine un ricordo per Benedetto XVI: «È un uomo di Dio, gli voglio tanto bene. L’ultima volta che l’ho visto è stato per Natale. Quasi non poteva parlare. Parlava basso, basso. C’era bisogno che traducessero le parole. Era lucido. Faceva domande: come va questo? Era aggiornato su tutto. Era un piacere parlare con lui. Gli chiedevo pareri. Dava il suo parere, ma sempre equilibrato, positivo, un saggio. L’ultima volta però si vedeva che era alla fine». E svela il motivo delle esequie sobrie: «I cerimonieri si erano “rotti la testa” per fare le esequie di un Papa non regnante. Era difficile la differenza. Ora ho detto di studiare la cerimonia per i funerali dei Papi futuri, tutti. Stanno semplificando un po’».

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