Vetrine distrutte e rifiuti a fuoco, la Francia non ferma le proteste: salgono a 310 gli arresti – I video

A Parigi il traffico è bloccato dopo che i manifestanti si sono ritrovati a Porte de Clignancourt prima di dirigersi in corteo verso Porte de la Chapelle

La scelta di Emmanuel Macron di invocare l’articolo 49.3 e chiedere la fiducia al governo sulla riforma delle pensioni ha scatenato ancora una volta l’ira di sindacati, opposizioni e cittadini. A Parigi il traffico è bloccato dopo che i manifestanti si sono ritrovati a Porte de Clignancourt prima di dirigersi in corteo verso Porte de la Chapelle. Dopo le 120 persone fermate ieri sera per le violenze a Place de la Concorde di fronte all’Assemblea nazionale, il numero totale degli arresti è salito a 310, fa sapere France Info che cita i dati del ministro dell’Interno Gèrald Darmanin. Gran parte sono avvenuti a Parigi. «Emmanuel Macron, presidente dei padroni, veniamo a prenderti a casa», urlano i cittadini in corteo. E anche: «Abbasso il 49,3».


I danni alla città

Tantissimi i danni alle città francesi. Sono stati incendiati rifiuti, distrutte auto e moto. «Diverse insegne sono state degradate nel centro della città e 26 incendi sono stati spenti dal servizio dipartimentale antincendio e di soccorso», ha annunciato la prefettura di Ille et Vilaine. La polizia ha tentato di disperdere la folla con l’utilizzo di lacrimogeni. A Rennes la sindaca della città Nathalie Appéré ha parlato di «violenze sconcertanti». A Nantes in serata si erano radunate almeno 3.500 persone e si è alzata la tensione dopo che i dimostranti hanno dato fuoco ai bidoni della spazzatura, già carichi da settimane di immondizia per lo sciopero dei netturbini. Danni anche ai negozi che si sono ritrovati le vetrine distrutte.


Perché la Francia è a ferro e fuoco

A provocare la furia dei francesi è la riforma sulle pensioni, contestata principalmente per l’aumento dell’età pensionabile dai 62 ai 64 anni. Sono settimane che i cittadini riempiono le strade e paralizzano il Paese. Ma ora la controversa riforma è (quasi) legge. Ieri, il presidente francese ha infatti deciso di scavalcare il voto del parlamento e di chiedere al fiducia al governo sulla legge. Una decisione che Macron ha preso perché il voto era troppo imprevedibile e rischiava di non ottenere la maggioranza dei voti per approvare la riforma. Ma ora tutto si deciderà lunedì. In queste ore, intanto le opposizioni stanno presentando mozioni di censura. Se il governo ottiene la fiducia, la riforma diventa legge. In caso contrario è a rischio la tenuta stessa dell’esecutivo.

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