Topi e malodore, Parigi sprofonda tra i rifiuti per lo sciopero dei netturbini. Domani il voto sulla riforma delle pensioni che lacera la Francia

Sarebbero oltre 7mila le tonnellate di rifiuti che si sono accumulate sui marciapiedi della capitale francese. Ma la maggioranza di Emmanuel Macron tira dritto sulla riforma

Nell’ottava giornata di scioperi contro la riforma delle pensioni di Emmanuel Macron, Parigi si trova a dover fare i conti con un problema sempre più serio: enormi montagne di spazzatura ai lati di ogni strada. Secondo le stime delle autorità cittadine, sarebbero oltre 7mila le tonnellate di rifiuti che si sono accumulate sui marciapiedi della capitale francese. Il motivo? Lo sciopero dei netturbini iniziato nove giorni fa. Si tratta soltanto di una delle tante categorie che stanno manifestando contro la decisione del governo di alzare l’età della pensione (nel caso dei netturbini, da 57 a 59 anni). E non c’è nessuna intenzione di interrompere la protesta. Anzi, oggi i lavoratori del settore hanno annunciato che incroceranno le braccia almeno per altri cinque giorni. A Parigi, però, cresce la preoccupazione, con i cittadini che segnalano con sempre più insistenza la presenza di ratti e cattivi odori. Una situazione fuori controllo, al punto che ieri il ministro dell’Interno Gérald Darmanin ha chiesto alla polizia parigina di costringere i lavoratori a interrompere lo sciopero, senza però avere successo. La sindaca di Parigi Anne Hidalgo ha detto di essere al lavoro per trovare soluzioni alternative, ma si è mostrata solidale con gli scioperanti, dicendo che l’unica via d’uscita non è la precettazione ma «il dialogo sociale» da parte del governo.


La riforma domani in aula

Nel frattempo, per le strade della capitale e di decine di altre città francesi continua la protesta. Secondo i sindacati, erano circa 1,7 milioni i cittadini che sono scesi in piazza oggi nell’ottava giornata di agitazione. Dati, come spesso succede, lontani dalle stime della polizia, che parla invece di 480mila manifestanti. Cifre a parte, l’iter parlamentare della controversa riforma sulle pensioni prosegue. Lo scorso fine settimana, i macroniani hanno approvato il testo al Senato. E oggi, proprio mentre i sindacati si apprestavano a far partire il corteo parigino, la Commissione mista paritaria ha confermato – con una maggioranza di 10 componenti su 14 totali – l’aumento da 62 a 64 anni dell’età della pensione. Il documento definitivo sarà presentato domani alle camere, dove le opposizioni si preparano a dare battaglia. «È una vergogna: 10 parlamentari votano a porte chiuse 2 anni di galera per tutta la popolazione francese. Non dimenticatelo… Loro sono 10, noi siamo milioni», ha twittato Mathilde Panot, componente della commissione e parlamentare de La France Insoumise, il partito di sinistra di Jean-Luc Mélenchon. Alle montagne di rifiuti, intanto, si sommano anche le interruzioni «mirate» di energia elettrica. Il capogruppo della destra repubblicana al Senato, Bruno Retailleau, ha detto di aver subito un «blackout mirato» nella propria abitazione. Sembra, però, che neanche la radicalità degli scioperi sia riuscita a far cambiare idea al governo, che – a meno di clamorosi imprevisti – domani dovrebbe riuscire ad approvare definitivamente la riforma delle pensioni all’Assemblea nazionale.


Foto di copertina: EPA/MOHAMMED BADRA

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