Francia, oltre un milione di persone in piazza contro la riforma delle pensioni. La premier Borne: «Nessun passo indietro» – Foto e video

Secondo i sindacati, i manifestanti scesi in strada in tutto il Paese sarebbero stato oltre 3 milioni. Nuove mobilitazioni il 7 e l’11 febbraio

Prosegue in Francia la mobilitazione generale contro la riforma del governo che prevede di aumentare da 62 a 64 anni l’età della pensione entro il 2030. Secondo le stime della polizia francese, raccolte da Le Figaro, sono circa 1,2 milioni i francesi che oggi sono scesi in piazza in tutto il Paese urlando slogan e cori polemici contro il governo e la polizia. Secondo il sindacato francese Cgt, invece, i manifestanti sarebbero stati quasi 3 milioni, di cui mezzo soltanto a Parigi. La prima giornata di mobilitazioni, che si è svolta lo scorso 19 gennaio, aveva visto per la prima volta in oltre 12 anni l’adesione congiunta e convinta di tutte le otto principali sigle sindacali del Paese. Un coro unico di scioperi contro il governo, che anche oggi hanno colpito fondamentalmente ogni categoria di lavoro: trasporti, scuola, sanità, raffinerie e centrali elettriche. Secondo le prime stime, tra i lavoratori del settore pubblico, ha aderito alle proteste circa un lavoratore su cinque. Mentre tra i ferrovieri, la percentuale sale al 36,5%.


Il governo tira dritto

Le piazze piene di questa mattina non sono di certo una sorpresa per il governo francese, che – in previsione delle manifestazioni – aveva schierato 11mila membri delle forze dell’ordine, tra gendarmi e poliziotti. E mentre per le strade infuria la protesta, l’iter legislativo della contestatissima riforma delle pensioni va avanti. Ieri, il testo è arrivato in aula all’Assemblea Nazionale (il parlamento francese) ed è ora all’esame delle commissioni. La premier francese Elisabeth Borne ha già ribadito che «la maggioranza sarà unita» e non ci sarà nessun passo indietro rispetto al piano voluto dal presidente Emmanuel Macron. «Con questa riforma ci battiamo per salvare il sistema per ripartizione. Ci battiamo per il nostro modello sociale. Allora, non dubito un secondo che la maggioranza resterà unita», ha detto Borne davanti ai deputati francesi. La premier ha poi rivolto un appello ai manifestanti, invitandoli a evitare ogni forma di «provocazione».


Mélenchon: «Una giornata storica»

Mentre i macroniani puntano a far passare il testo in Aula con l’appoggio della destra moderata, è Jean-Luc Mélenchon, il leader della coalizione di sinistra La France Insoumise, a offrire una sponda politica ai milioni di manifestanti scesi in piazza. «Oggi è una giornata storica», ha esultato Mélenchon su Twitter. «Oggi è il giorno del grande Sole del popolo, che difende il suo diritto a un’esistenza umana dinanzi alla casta e al suo governo». E nel caso le prime due giornate di proteste non bastassero per convincere il governo a fare marcia indietra, i sindacati hanno già annunciato due appuntamenti per la prossima settimana. I nuovi scioperi si svolgeranno martedì 7 e sabato 11 febbraio così da consentire una partecipazione più vasta alle proteste di piazza, anche tra chi non vuole – o non può – stare a casa dal lavoro.

I video delle proteste

Leggi anche: