«Amore, è finita, salutami nostro figlio»: l’ultima telefonata di Ciccio Barbuto prima di morire

Francesco Vitale faceva il Pr e aveva un debito di droga. La ricostruzione del sequestro

Francesco Vitale detto Ciccio Barbuto è morto in zona Magliana a Roma. Il pr barese è stato ritrovato sotto un palazzo lo scorso 22 febbraio. Forse è caduto, forse qualcuno lo ha gettato di sotto. Era stato sequestrato e per il riscatto i suoi rapitori avevano chiesto mezzo milione di euro. Pari al debito di droga che aveva accumulato con Elvis Demce. Grande spacciatore di nazionalità albanese che regola il traffico in zona. Gli investigatori, coordinati dai pm antimafia Francesco Cascini e Francesco Minisci, sono certi di aver ricostruito lo scenario che ha portato alla morte del pr. Il giorno prima di morire era venuto da Bari insieme alla sua fidanzata per incontrare i suoi creditori. L’appuntamento però si è trasformato in un sequestro.


Via Pescaglia 40

Salito a bordo del T Max guidato da Sergio Placidi, è stato portato all’appartamento di via Pescaglia 40. Dove è stato picchiato e torturato. “Sergione” non era solo. Insieme a lui, ricostruisce l’edizione romana di Repubblica, c’erano anche Daniele Fabrizio, detto “Saccottino”, e altre due persone. A Ciccio sarebbe stata concessa un’ultima chiamata alla sua fidanzata. Con l’obiettivo, forse, di metterlo ancora di più sotto pressione. Al telefono Vitale avrebbe chiesto alla donna di salutare il figlio per poi congedarsi così: «Ormai è finita, è finita». Forse è volato dalla finestra per cercare una via di fuga. Intorno alle 11 di quel giorno sarebbe stato lasciato con un solo sequestratore. Sergione era stato fermato dalla polizia proprio insieme a Ciccio Barbuto quel giorno. Poi aveva provato a nascondersi al Laurentino 38. L’8 marzo è stato fermato. Lui e Fabrizio sono accusati di sequestro di persona a scopo di estorsione con l’aggravante della morte della vittima. Fermato anche il titolare dell’appartamento. Ora si cercano gli altri due complici.


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