Vaccini Covid, esauriti gli accordi coi governi Pfizer e Moderna pronti a quadruplicare il prezzo. L’ira di Sanders: «Ripagate così i miliardi di fondi pubblici?»

Con la scadenza degli accordi con gli Stati, la gestione dei farmaci torna in mano ai privati: e l’audizione al Congresso di Stephane Bancel si trasforma in un “processo”

Esauriti gli accordi con gli Stati, il piano delle aziende produttrici di vaccini contro il Coronavirus è quello di aumentare i prezzi delle fiale. E non di poco: Moderna, per esempio, ha dichiarato che il costo di una singola dose per i consumatori balzerà dal prezzo attuale di 26 a 130 dollari. «Fino ad ora, il governo degli Stati Uniti ha acquistato e distribuito il vaccino. Ora Moderna, una piccola azienda, deve garantire che chiunque desideri un vaccino possa ottenerne uno in maniera conveniente», ha spiegato l’ad dell’azienda Stéphane Bancel nel corso di un’audizione al Senato Usa che ha avuto luogo ieri, 22 marzo, dal polemico titolo preventivo: I contribuenti hanno pagato miliardi per questo: quindi perché Moderna dovrebbe considerare di quadruplicare il prezzo del vaccino COVID?. Domanda che riecheggia nelle parole del senatore di sinistra Bernie Sanders, esplicitamente critico nei confronti del piano di Moderna. Sanders infatti ha domandato a Bancel se l’incremento fosse necessario, considerando che il vaccino è stato finanziato con miliardi di dollari provenienti dal governo federale. «Questo vaccino non esisterebbe senza la collaborazione e l’esperienza del National Institutes of Health e il sostanziale investimento dei contribuenti di questo paese. Come dato pubblico, i contribuenti statunitensi hanno speso 12 miliardi di dollari per lo sviluppo della ricerca e l’approvvigionamento del vaccino NIH-Moderna Covid», ha sottolineato.


«Questo è il modo di ripagarci?»

Sanders ha chiesto retoricamente se il modo di ripagare l’investimento, tanto in termini monetari che di risorse scientifiche, sia quello di quadruplicare il prezzo del prodotto. «In un momento in cui la produzione del vaccino costa meno di 3 dollari», per giunta. Bancel non ha negato di avere «un debito di gratitudine» nei confronti del governo Usa, ma ha puntualizzato che il mutevole panorama post-pandemico sarà una sfida per la sua azienda. Questo non solo perché, a suo dire, diminuiranno gli ordini, ma anche perché aumenteranno i costi per la distribuzione dei vaccini. Bancel ha citato inoltre vari problemi della catena di approvvigionamento. Ha però promesso, senza fornire ulteriori dettagli, l’impegno di Moderna «a garantire che chiunque desideri un vaccino possa ottenerne uno senza che il prezzo costituisca un ostacolo». Nel frattempo il percorso dell’azienda potrebbe essere imboccato anche da Pfizer. La società, infatti, ha annunciato lo scorso ottobre che, una volta terminato l’accordo con il governo Usa, prevede di vendere il vaccino Covid sviluppato con BioNTech a un prezzo che oscillerà tra i 110 e i 130 dollari. Pfizer ha affermato che il prezzo tiene conto del «valore» del vaccino e del costo necessario per realizzarlo. Un problema che non si poneva nel momento in cui il governo, attraverso una combinazione di finanziamenti del Congresso e altri programmi governativi, forniva agli americani test, vaccini e cure Covid gratuiti. Un servizio che adesso, con l’uscita della Nazione dalla fase emergenziale, tornerà progressivamente nelle mani dei privati.


Foto di copertina: EPA/JIM LO SCALZO – La “lavata di capo” del senatore del Vermont Bernie Sanders all’Ad di Moderna Stephane Bancel nel corso dell’audizione al Senato Usa – Washington, 22 marzo 2023

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