Inchiesta Prisma, la risposta della Juve ai pm: «I documenti dell’accusa sono irrilevanti»

Gli avvocati dei bianconeri: non sono contratti

La Juventus risponde alle accuse dei pubblici ministeri sull’inchiesta Prisma. Ieri il Consiglio di Amministrazione ha approvato i conti al 31 dicembre 2022. Ma soprattutto ha fatto il punto sul fronte legale. Ed è andato all’attacco della procura di Torino. E dei documenti di accusa depositati tra 27 febbraio e 21 marzo. Definendoli come “ininfluenti”. I legali hanno concentrato l’attenzione su promemoria e memorandum degli anni 2018, 2019 e 2020. Che riguardano il calciomercato. E che secondo gli avvocati «non rappresentano “contratti” ai sensi del principio contabile Ifrs 15 e, di conseguenza, la società non ha ritenuto sussistenti i presupposti in forza dei quali modificare, se del caso, la rilevazione e/o la competenza dei ricavi e dei costi eventualmente correlabili alle operazioni ipotizzate nei documenti in oggetto». Il Cda aveva rinviato due volte l’approvazione della semestrale. Adesso, anche dopo le vittorie al Tar e al Consiglio di Stato sulle carte di Covisoc, è arrivata la nota che replica alle accuse. E nella quale si dice anche che la Juventus «fornirà volontariamente e in ottica di massima ampiezza e trasparenza dell’informativa, una rappresentazione dei potenziali effetti contabili che avrebbero potuto teoricamente determinare sulle situazioni economiche-patrimoniali e finanziarie del primo semestre del corrente esercizio e di quello precedente». E nell’udienza preliminare gli avvocati contesteranno anche la competenza del tribunale di Torino. Secondo loro la sede naturale del processo è Milano, dove ha sede la Borsa e dove è avvenuta la diffusione dei comunicati contestati. Il 19 aprile invece è in programma l’udienza davanti al Collegio di garanzia del Coni per il -15 in classifica.


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