Plusvalenze Juventus, quali sono le altre squadre nell’inchiesta e chi sono i giocatori coinvolti

Da Torino atti d’indagine a Bologna Genova, Cagliari, Bergamo, Udine e Modena. Secondo i pm ci sono carte private da trovare

Ora tocca alle altre società. Nei giorni scorsi i titolari dell’inchiesta Prisma hanno inviato gli atti d’indagini ai colleghi di altre città. Si tratta di Bologna Genova, Cagliari, Bergamo, Udine e Modena. Che sono competenti per Atalanta, Sampdoria, Sassuolo, Udinese, Cagliari e Bologna. L’Aggiunto Marco Gianoglio e i sostituti Mario Bendoni e Ciro Santoriello chiamano quindi in causa le squadre che hanno fatto plusvalenze insieme alla Juventus. Per i bianconeri invece c’è l’ipotesi di nuove contestazioni. La procura sta infatti ancora indagando sulla manovra stipendi. E ha ascoltato nei giorni scorsi il giocatore della Roma Paulo Dybala. Insieme, ha messo sotto la lente i trasferimenti di giocatori come Mandragora. Perché sospetta che ci siano accordi dietro le compravendite dei cartellini.


La competenza territoriale

Per questo i pubblici ministeri di Torino hanno trasmesso una serie di carte ai colleghi di una mezza dozzina di procure. L’iniziativa è dettata da ragioni di competenza territoriale. Da tempo gli accertamenti dei magistrati subalpini e della Guardia di Finanza avevano portato alla conclusione che la Juventus avesse intrecciato, in materia di scambio e di compravendita di giocatori, rapporti di «collaborazione e di partnership» (i termini è utilizzato nelle carte processuali) con una quantità di altri club. Condotte innestate su «relazioni personali e a volte personali tra manager e dirigenti sportivi». Come quelle nelle intercettazioni che coinvolgono l’ex d.s. Fabio Paratici. Secondo l’attività di indagine con le sei società la Juventus avrebbe perfezionato accordi per la compravendita di calciatori pari a 30 milioni di euro. A loro volta regolati da obblighi di recompra sotto forma di scritture private.


L’intercettazione

Alla base della convinzione dei magistrati c’è anche un appunto ritrovato durante le perquisizioni. Claudio Chiellini, fratello del calciatore, scriveva una posizione debitoria pari alla cifra di 30 milioni e aggiungeva un significativo “+ agenti“. La giustizia sportiva ha sostanzialmente “scagionato” i campionati lo scorso 23 gennaio. Ovvero quando la Corte federale di appello ha inflitto quindici punti di penalizzazione alla sola Juventus e ha prosciolto le altre otto società finite sotto processo. Il motivo era che solo per il club bianconero erano state trovate – scrissero i giudici – tracce evidenti della volontà di truccare i bilanci. Ma contro quella decisione il legal team della Vecchia Signora presenterà un ricorso al Collegio di garanzia del Coni.

I giocatori coinvolti

La Stampa dice che la segnalazione riguarda le compravendite dei cartellini di Rolando Mandragora con l’Udinese, Mehdi Demiral e Hamed Traoré con il Sassuolo, Emil Audero con la Sampdoria, Alberto Cerri con il Cagliari e Riccardo Orsolini con il Bologna. Tutte, secondo l’ipotesi della procura, accompagnate da side letters che riportavano accordi di riacquisto. Ovviamente tutti non depositati in Lega. Non è scontato che la mossa della procura di Torino riapra i giochi. Quello che è chiaro è che gli investigatori ritengono di avere raccolto materiale meritevole di essere segnalato ad altre procure per approfondimenti di carattere penale. I pm torinesi, intanto, sono concentrati sull’udienza preliminare, che si aprirà il 27 marzo. Se emergeranno gli elementi, all’udienza preliminare contro la Juventus i pm estenderanno i capi di accusa.

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