La ministra Roccella contro la maternità surrogata: «Come una selezione della razza. C’è razzismo: un figlio bianco costa di più»

La ministra alla Famiglia, alla Natalità e alle Pari Opportunità torna a parlare della gestazione per altri stavolta associando il tema alla questione del razzismo

La ministra alla Famiglia, alla Natalità e alle Pari Opportunità Eugenia Roccella torna a parlare di maternità surrogata, uno dei temi più dibattuti nelle ultime settimane, stavolta associando alla pratica della gestazione per altri la questione del razzismo. «Nella maternità surrogata ci sono due donne: una dà gli ovociti, l’altra è il vero utero in affitto che deve avere altri requisiti come aver già partorito ed essere in buona salute», ha cominciato a spiegare la ministra ospite del programma Zona Bianca su Rete 4. «Si sceglie chi dà l’ovocita attraverso una sorta di selezione della razza: la donna deve essere alta, bella, bionda, generalmente è dell’Est», continua Roccella, «l‘ovocita di una donna nera costa molto meno di una donna bianca, con connotazioni evidentemente razziste. Il costo dell’operazione è molto alto ma alle donne va una cifra relativa». Dopo aver ribadito la linea contraria del governo alla maternità surrogata, la ministra ha poi parlato di diritti: «Sono convinta che i genitori omossessuali possono essere ottimi genitori, il punto non è questo. Il problema è come è arrivato quel figlio e il fatto che genitori dello stesso sesso, uomini in particolare, devono ricorrere a certe pratiche, in particolare all’utero in affitto». Rocella ribadisce come il tema del diritti dei bambini sia «il pretesto» per non parlare dell’utero in affitto. E ancora: «In realtà già oggi è reato l’utero in affitto e lo è anche la propaganda dell’utero in affitto ma non sono mai stati perseguiti. Così si va all’estero dove si affitta l’utero di una donna povera, tornando poi in Italia e chiedendo la trascrizione automatica del bambino». Da tempo Fratelli d’Italia ha chiesto di mettere all’ordine del giorno delle Camere la discussione della proposta di legge a prima firma di Maria Carolina Varchi che prevede che la gestazione per altri diventi un reato universale. La pratica è tuttora non consentita in Italia ma da negli ultimi giorni è tornata al centro del dibattito pubblico dopo la bocciatura del regolamento europeo per il riconoscimento dei certificati di filiazione esteri. «C’è la trascrizione per il padre biologico», ha chiarito Roccella, «per il secondo genitore la Corte di cassazione ha indicato un percorso, l’adozione nei casi particolari, per la maggior tutela del bambino e per la verifica del rapporto affettivo. Oltre 250 coppie italiane ogni anno ricorrono alla maternità surrogata. Ora hanno la sicurezza di non essere perseguite ma ci dovrebbe essere più consapevolezza di cosa si va a fare sfruttando una donna bisognosa, è una questione di mercato, basta guardare su internet per vedere di cosa si tratta».


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