Maternità surrogata, calendarizzata la proposta del centrodestra per rendere il reato universale

La battaglia della maggioranza per permettere alla giustizia italiana di perseguire il reato anche se è avvenuto all’estero: reclusione fino a 2 anni e multa fino a un milione di euro

Entra in Parlamento la battaglia, finora dialettica, dei partiti di maggioranza contro la maternità surrogata. La pratica non è consentita in Italia, ma da qualche giorno è tornata al centro del dibattito pubblico dopo la bocciatura del regolamento europeo per il riconoscimento dei certificati di filiazione esteri. Oggi, 21 marzo, la commissione Giustizia della Camera ha deciso di calendarizzare le proposte di legge del centrodestra: accorpate quelle di Lega e Forza Italia al testo con prima firma della deputata Carolina Varchi, di Fratelli d’Italia. Le proposte non prevedono l’introduzione di un nuovo reato che, appunto, è già previsto dal nostro ordinamento. Piuttosto, vorrebbero rendere il reato di surrogazione di maternità – o gestazione per altri – universale, in modo che la giustizia italiana possa perseguire quei genitori che hanno fatto ricorso alla pratica all’estero. «Tutto il centrodestra – commenta Varchi – è d’accordo nel rendere la maternità surrogata reato universale: le diverse proposte sono sovrapponibili».


La legge 40/2004 già vuole che «chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600 mila a un milione di euro». Perché, allora, già oggi non vengono perseguiti quei genitori che diventano tali grazie alla gestazione per altri? In generale, i singoli Stati possono esercitare la propria giurisdizione su quei reati commessi nel proprio territorio nazionale o ai danni di propri cittadini. Ci sono però alcune eccezioni, tra cui quella che si rifà alla cosiddetta «giurisdizione universale». Questo principio presume che alcuni delitti siano così rilevanti da poter essere perseguiti in tutti i Paesi del mondo. Di solito si tratta di crimini estremamente gravi come la tortura, il genocidio, i crimini di guerra e contro l’umanità. Il centrodestra punta a far annoverare, tra questi, anche la maternità surrogata, in modo che i tribunali italiani possano processare i genitori di figli nati con questa pratica.


La questione politica

Il dibattito in materia di diritti civili si sta incentrando sulla maternità surrogata. Per le opposizioni, si tratta di una deliberata strategia del centrodestra: distrarre l’opinione pubblica da due iniziative politiche della maggioranza. La prima riguarda l’indirizzo restrittivo dato dal ministero dell’Interno affinché i primi cittadini interrompano le registrazioni all’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali. La seconda, invece, è ascrivibile al parere negativo espresso dalla maggioranza in commissione Politiche Ue al Senato, che boccia la proposta di regolamento europeo per il riconoscimento comunitario dei certificati di filiazione rilasciati in uno dei Paesi membri. Tanto la registrazione all’anagrafe da parte dei Comuni quanto il cosiddetto certificato di filiazione europeo, però, sono due istituti che non concernono soltanto quei figli di genitori che hanno fatto ricorso alla gestazione per altri, nei Paesi ove questa è consentita. Perciò, affermano le opposizioni, si sta facendo leva sullo sparacchio della maternità surrogata, per colpire in generale le famiglie omogenitoriali.

La posizione scomoda di Elly Schlein

In questo contesto, c’è una politica che più di altri si trova in difficoltà: la della segretaria del Partito democratico, Elly Schlein. Durante la campagna per le primarie, Schlein ha affermato esplicitamente di essere a favore della gestazione per altri. La leader del Nazareno, adesso, si trova isolata su un’istanza che non vede nessun altro, nel campo del centrosinistra, a favore. Il Terzo polo, anche attraverso il frontman Carlo Calenda, ha detto di avere sulla maternità surrogata la stessa posizione del governo. Mara Carfagna: «Va bene la tutela ai figli delle coppie gay, ma sulla maternità surrogata siamo pronti a votare con Giorgia Meloni». Dall’altro lato del campo delle opposizioni, gli esponenti del Movimento 5 stelle stanno cercando in tutti i modi di evitare di affrontare la questione. Giuseppe Conte pare più intenzionato a guardare al mondo cattolico che ad affiancarsi a Schlein nella battaglia per la maternità surrogata, tanto che agli studenti della Luiss che ieri gli hanno chiesto se fosse favorevole o meno avrebbe (non) risposto: «No, mi mettete in imbarazzo, evitiamo».

La piroetta del Pd

Soprattutto, la spina nel fianco di Schlein si sostanzia nei mugugni dei suoi stessi compagni di partito. Il suo rivale alle primarie, Stefano Bonaccini, si era già detto contrario alla gestazione per altri. Ma sono i cattolici Dem a far temere una prima frattura nel corso della nuova segreteria. C’è chi rievoca l’immagine di quella frangia del Pd che, all’epoca della legge sulle unioni civili, scosse il Nazareno. Al punto che, nel 2016, l’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi optò per il voto di fiducia, così da far approvare la legge senza intoppi. Il mondo cattolico non è scomparso con la vittoria di Schlein, così come quello di un certo femminismo che nutre «diverse riserve», parole di Laura Boldrini, sulla maternità surrogata. Ed è doveroso ricordare che, in una singolare piroetta della politica italiana, fu un emendamento del Partito democratico – a prima firma di Gianpiero Dalla Zuanna – a proporre di alzare fino a 12 anni di carcere e a un milione di euro le pene per «chiunque organizza, favorisce o pubblicizza la pratica di surrogazione della maternità». Non solo: nel 2016, i cattolici Dem, emendando il ddl Cirinnà, provarono ad estendere la punibilità delle pratiche di maternità surrogata anche al di fuori dell’Italia. Esattamente come propone di fare oggi, sette anni più tardi, il centrodestra.

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