Tutti i dubbi sugli e-fuel: «Servono solo a chi guida una Porsche, non sono sostenibili e il pieno costa 200 euro» – Il rapporto

I carburanti sintetici sono più sostenibili di quelli tradizionali, ma un loro (difficile) impiego su larga scala potrebbe avere effetti opposti a quelli sperati

I carburanti sintetici potrebbero non essere particolarmente convenienti: né dal punto di vista ambientale né da quello delle tasche degli automobilisti. A rivelarlo è un rapporto di Transport & Environment (T&E), la maggiore associazione europea di Ong che operano nel settore dei trasporti sostenibili, secondo il quale un pieno di e-fuel, in Germania potrebbe costare oltre 200 euro, rispetto ai circa 140 attuali. Si tratta di un prezzo al litro di 2,80 euro. Una maggiorazione del 50% rispetto alle tariffe applicate in questo periodo ai carburanti tradizionali, che in un anno potrebbe pesare fino a 2,300 euro in più sulle tasche di chi guida. Gli e-fuel, poi, potrebbero anche non essere così vantaggiosi per l’ambiente. Innanzitutto, il loro processo produttivo è particolarmente energivoro, e perciò richiedono un’infrastruttura elettrica rinnovabile adeguata per combinare assieme l’idrogeno e l’anidride carbonica a partire da cui vengono sintetizzati. L’infrastruttura, se non c’è, deve essere creata, con dispendio di risorse e ulteriore inquinamento, che è maggiore rispetto ad usare la corrente elettrica direttamente nell’auto, dato che si aggiunge un passaggio in più. Ma non è questo quello l’allarme lanciato da Transport & Environment.


Inquinano meno, ma bisogna poterseli permettere

«In fin dei conti, gli e-fuel non saranno altro che una soluzione di nicchia per chi guida una Porsche», sostiene il Clean Vehicles Manager di T&E, Alex Keynes. Perché? Secondo le analisi dell’associazione, un’ampia diffusione dei carburanti sintetici, che per essere utilizzati hanno bisogno dei motori a scoppio, potrebbe avere un effetto opposto a quello sperato. Dato il costo elevato, chi possiede un auto adatta agli e-fuel, potrebbe decidere di non fare il pieno con questi, bensì con i carburanti tradizionali, e vanificando lo sforzo fatto a favore della sostenibilità. La Germania ha spinto molto affinché i carburanti sintetici venissero inclusi nell’accordo sullo stop ai motori inquinanti. Ma il rapporto avverte: consentire la produzione di motori a combustione interna oltre il 2035 potrebbe privare degli e-fuel chi ne ha bisogno. Chi se li può permettere, infatti, li acquisterebbe a caro prezzo, mentre la restante parte di automobilisti che possiedono una macchina con motore a scoppio dovrebbe accontentarsi della benzina e del diesel tradizionali. A tutto ciò si somma l’emissione di polveri sottili. Infatti, anche se l’anidride carbonica che esce dai tubi di scappamento delle auto a e-fuel viene prelevata dall’atmosfera, e quindi non contribuisce a riscaldare il pianeta quando vi torna, la combustione dei carburanti sintetici produce comunque polveri sottili cancerogene e dannose per la salute.


Quindi, a cosa servono gli e-fuel?

Alla luce di queste analisi, diventa chiaro il senso delle parole di Keyens che sintetizzano il rapporto. I carburanti sintetici sono utili se si guarda a certi aspetti, ma il loro impiego su larga scala sembra essere eccessivamente complicato, e non particolarmente vantaggioso dal punto di vista ambientale. Ciò potrebbe renderli la soluzione perfetta per ridurre l’impatto dei motori a scoppio che rimarranno in circolazione dopo il 2035, per il motorsport, e per il diletto di chi non vuole rinunciare al divertimento del motore a scoppio sulla propria supercar. Ma non rappresentano il carburante del futuro.

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