Ucraina, Zelensky invita il presidente cinese Xi Jinping a Kiev: «Voglio parlare con lui»

«Se gli Usa smettono di aiutarci, non vinceremo», ha detto il presidente in un’intervista ad Ap

«Voglio parlare con lui». Lui è il presidente cinese Xi Jinping e a mostrarsi aperto a un incontro è invece il leader di Kiev, Volodymyr Zelensky. Intervistato dall’agenzia stampa Associated Press, Zelensky ha fatto sapere di essere «pronto a vederlo» in Ucraina. «Ho avuto contatti con Xi Jinping prima della guerra su larga scala – ha aggiunto -. Ma durante tutto questo anno, più di un anno, non ho avuto contatti». Oltre all’invito aperto a Xi, il presidente ucraino – a bordo di un treno durante uno dei suoi spostamenti nel Paese – ha ribadito l’importanza di non perdere la battaglia per Bakhmut.


L’appoggio degli Usa

«Se la città dovesse cadere nella mani delle forze russe, il loro presidente Vladimir Putin, venderebbe questa vittoria all’Occidente, alla sua società, alla Cina, all’Iran», ha detto. «Se sentirà che siamo deboli: spingerà, spingerà, spingerà». La Cina è da tempo allineata con la Russia e ha assunto una posizione di neutralità nella guerra. Zelensky, secondo Ap, sarebbe ben consapevole che il successo del suo Paese è stato in gran parte dovuto alle ondate di sostegno militare internazionale, in particolare dagli Stati Uniti e dall’Europa occidentale. Ma alcuni negli Stati Uniti – tra cui il repubblicano Donald Trump, ex presidente americano e attuale candidato per il 2024 – si sono chiesti se Washington debba continuare a fornire all’Ucraina miliardi di dollari in aiuti militari. «Gli Stati Uniti devono capire che se smettono di aiutarci, noi non vinceremo», ha ribadito Zelensky.


«Piccole vittorie, piccoli passi»

Il presidente fa inoltre poche previsioni sulla fine della guerra. Ha espresso fiducia, tuttavia, che la sua nazione prevarrà attraverso una serie di «piccole vittorie» e «piccoli passi» contro un «paese molto grande, un grande nemico con un grande esercito» – ma un esercito, ha detto ad Ap, con «piccoli cuori». «La guerra ci ha cambiati – spiega – ma ha reso la società più forte».

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