Matteo Renzi torna all’attacco di Dario Nardella e Giorgia Meloni sui fondi del Pnrr per gli stadi Venezia e Firenze. Per il leader di Italia Viva si tratta di un «regalo agli euroscettici e un autogol dell’Ue». Così facendo «Olanda e Germania potranno dire: perché con le nostre tasse dobbiamo pagare lo stadio della Fiorentina?». Le opere al centro della polemica sono il Bosco dello Sport, l’area su cui dovrebbe sorgere il nuovo stadio di Venezia, per una spesa di 304 milioni di euro, di cui 94 finanziati dal Recovery, e il rinnovo dello stadio “Artemio Franchi”, per cui Firenze punta a ricevere 95 milioni di euro di fondi pubblici. Secondo Renzi, progetti come questi che nn hanno finalità sociale si devono pagare con i soldi dei privati. Mentre il Pnrr «deve finanziare case popolari, scuole e progetti come il Parco delle Cascine». Si appella così, l’ex premier, all’attuale presidente del Consiglio e al sindaco di Firenze, affinché si parlino. «Hanno meno di un mese per NON buttare via 80 milioni di euro», dice. «E siccome – aggiunge – ho fatto il sindaco e ho fatto il Presidente del Consiglio so che Dario e Giorgia possono trovare una soluzione. Per favore, pensate all’interesse della città. Non alle bandierine ideologiche sulla pelle dei cittadini».
«Lo fanno per il consenso…»
A suo dire è una questione di consenso. «Il calcio pagato dalla politica forse aumenta il consenso del singolo politico ma sul lungo periodo è un danno: non a caso la Serie A è sempre meno attrattiva della Premier League o di altri campionati», commenta Renzi citando alcuni esempi: «Meloni che regala l’emendamento a Lotito in legge di bilancio, ma anche lo Stadio Franchi». «Da politico italiano, ci facciamo ridere dietro in Europa. Da ex sindaco, perché so che altre sono le priorità della mia città. Da cittadino, non vedo perché le mie tasse devono pagare qualcosa che può pagare la società. Da tifoso, se la Fiorentina non ha uno stadio di proprietà per altri trent’anni non sarà competitiva con le altre squadre che stanno tutte andando verso lo stadio di proprietà, all’Estero soprattutto ma anche in Italia».
Le lamentele della Commissione europea sul Pnrr
La questione-stadi è tra gli elementi che hanno creato tensione tra Roma e Bruxelles sull’implementazione (problematica) del Pnrr italiano. Un portavoce della Commissione europea ha rigirato il coltello nella piaga stamattina puntualizzando che i progetti per gli stadi di Firenze e Venezia «non erano parte del piano di Recovery iniziale» dell’Italia. In questo momento l’esecutivo Ue sta valutando le richieste di pagamento. Ma precisa che «i progetti devono rispettare i criteri che abbiamo concordato nel piano, che è stato convalidato dagli Stati membri nella decisione di attuazione del Consiglio e devono essere localizzati in grandi aree urbane degradate. Oltre che rispettare l’obiettivo sociale della misura». Nello specifico del caso italiano la Commissione sottolinea che il nostro Paese «sta finanziando e ristrutturando lo stadio di Firenze con risorse nazionali, e forse anche da qui viene la confusione». E aggiunge: Come parte del suo piano, «l’Italia ha adottato una serie di piani di investimento, tra cui quello per Firenze, e include anche una proposta di intervento relativa allo stadio per integrare le risorse nazionali. Stiamo esaminando – ribadisce – tutti questi piani di investimento pagamento».
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