«L’Occidente difende il reporter del Wall Street Journal, ma tace su Tatarsky». Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, dopo aver reso omaggio al blogger ultranazionalista ucciso da un ordigno in un caffè di San Pietroburgo. «Blogger come Vladlen Tatarsky sono difensori della verità», ha scritto la funzionaria russa su Telegram, sottolineando come la mancanza di reazioni da parte dei governi occidentali «nonostante le loro preoccupazioni per il benessere dei giornalisti e della stampa libera, parla da sola». Oltre 200 grammi di Tnt, nascosti in una statuetta, sono stati fatali per Tatarsky, rimasto ucciso in seguito all’esplosione. Altre 25 persone, invece, sono rimaste ferite e alcune in modo grave. Intanto, l’ufficio del procuratore del distretto di Vasileostrovsky della città ha ordinato l’apertura di un’inchiesta. Nonostante non sia ancora chiara la matrice dell’attentato, l’attenzione si concentra al momento sul profilo della vittima. Il 40enne era diventato noto all’inizio dell’invasione russa in Ucraina, pubblicando video quotidiani intitolati Vecherny Vladlen (Evening Vladlen) in cui analizzava l’andamento della cosiddetta “operazione speciale”, dando anche consigli tecnici, ma anche critiche alle truppe mobilitate.
Kiev: «In Russia si mangiano come ragni»
Non si è fatta mancare la reazione di Kiev che tramite il consigliere della presidenza ucraina, Mykhailo Podolyak, ha descritto l’esplosione avvenuta nel centro della città portuale della Russia come «terrorismo interno». Per Podolyak, «tutto inizia nella Federazione russa. I ragni si mangiano a vicenda come in un barattolo. La questione relativa a quando il terrorismo interno sarebbe diventato uno strumento di lotta politica interna era solo una questione di tempo, come quando matura un ascesso. Processi irreversibili e Problemi 2.0. aspetta la Federazione russa, mentre noi guarderemo», si legge nel tweet del funzionario ucraino.
April 2, 2023
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