Un referendum sui monopattini come a Parigi? I sindaci delle grandi città verso nuove regole: cosa può succedere a Milano, Firenze e Roma

Una messa al bando drastica come quella della capitale francese per ora sembra improbabile secondo i primi cittadini italiani. Ma il bisogno di nuove regole si fa sempre più urgente

Soluzione al congestionamento delle strade, o pericolosi trabiccoli che mettono a repentaglio chi li usa? Le città italiane osservano con attenzione il caso di Parigi, dove i monopattini elettrici a noleggio, che negli ultimi anni sono spuntati un po’ dappertutto, verranno ufficialmente vietati in seguito a un referendum cittadino. Anche se a votare sono stati circa 100 mila degli 1,3 milioni di abitanti della capitale francese. I monopattini elettrici per loro natura sono meno stabili di altri mezzi di trasporto, come bici, moto e auto, e questo spesso fa sì che vengano coinvolti in incidenti stradali. Anche per questo, guardando a Parigi, i primi cittadini di Milano, Roma e Firenze ragionano sull’uso che questi mezzi possono trovare nei rispettivi conglomerati urbani.


Milano: «Studiamo misure»

Beppe Sala si dice «perplesso» dalla consultazione parigina e pone l’attenzione sull’esiguo numero di votanti che non può essere rappresentativo dell’opinione cittadina. Il primo cittadino meneghino riconosce che è «evidente che il dibattito sul tema dei monopattini c’è». A come affrontarlo «ci penseremo nelle prossime settimane», aggiunge. Ci si può aspettare un referendum a Milano? Difficile. «Non lo farei – dichiara Sala – a meno che non avessi la certezza che vadano in tantissimi a votare». Attualmente, a Milano circolano 6 mila monopattini a noleggio, gestiti da sette operatori diversi: Helbiz, Bolt, Vento, Emtransit, Bird, Voi e Lime. I noleggi sono circa 8,600 al giorno, a fronte dei quali sono il 2,4% del totale gli incidenti stradali che coinvolgono un monopattino.


Roma: «Ne servono meno, ma servono»

Esclude un referendum anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. «Noi abbiamo optato per una linea diversa, quella di una drastica limitazione del numero: non solo passeranno da 14.500 a 9.000 ma nel centro, dove oggi sono tutti concentrati, ne potranno circolare solo 3.000», ha dichiarato oggi spiegando che la misura è prevista anche in vista del Giubileo del 2025. Il primo cittadino capitolino ritiene i monopattini elettrici dei mezzi importanti per la mobilità romana. «Saranno quindi pochi, ma distribuiti sul territorio di una città che è molto più grande di Parigi e che ha bisogno di integrare varie forme di mobilità, in particolare per l’ultimo miglio dove non arriverà la metro. Ma con una maggiore regolamentazione, una maggiore sicurezza e la fine di questo abuso dell’uso in centro, perché oggi c’è un impatto negativo visivo che il nuovo assetto supererà», ha fatto sapere Gualtieri.

Firenze: «Nuove regole, ma siamo diversi da Roma e Parigi»

Referendum fuori dai radar anche per Firenze. «I dati di Firenze non sono minimamente paragonabili ai problemi di Parigi o Roma, noi non stiamo valutando l’idea di un referendum. Non è all’ordine del giorno però solleciteremo le autorità competenti per regolamentare meglio», ha chiarito il sindaco Dario Nardella. Che poi ha specificato: «Non solo il tema del casco ma pure assicurazione, targa, regole più severe sui parcheggi. Noi chiediamo più rigore, regole più efficaci e più sicurezza sul fronte dei monopattini».

Assosharing: «Si rendano le città adatte»

Sul tema si è espresso anche Alessio Raccagna, Vice Presidente Assosharing, prendendo a esempio Roma e estendendo il caso alle città del Paese: «L’assessore Patanè ricordava questa mattina come Parigi abbia 14 linee di metropolitana e una superficie di 100 km quadrati, Roma di linee ne ha 3 e una superficie estremamente più grande e con il nuovo bando questi mezzi andranno anche nelle periferie e avranno un duplice effetto benefico: da un lato decongestionano il centro e dall’altro nelle periferie potranno servire come collegamento ulteriore per l’ultimo miglio con il trasporto pubblico, quindi avrà un effetto positivo a 360 gradi», ha dichiarato a radio New Sound Level. Raccagna ha fatto notare che« il 99.9% dei viaggi si conclude senza incidenti e che Il casco non è obbligatorio in nessun paese europeo e non è la soluzione finale». Ha chiesto, quindi, «una redistribuzione dello spazio urbano con un aumento delle piste ciclabili per consentire a questi mezzi di circolare in modo sicuro, ma naturalmente si devono rispettare le regole e chi ad esempio guida contromano va sanzionato».

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