L’ex guardia del corpo di Putin: «È paranoico: non usa internet e smartphone. Ma sta meglio di tanti alla sua età» – Il video

A rivelare i dettagli è Gleb Karakulov, un’ex guardia del corpo fuggita a ottobre che ora teme per la sua vita: «Non mi stanno ancora cercando con il Novychok, ma sono andati a far visita a più di un mio familiare»

«Considero Putin un criminale di guerra. Non ero direttamente coinvolto nel conflitto, ma per me era diventato impossibile eseguire i suoi ordini criminali stando al suo servizio». Così l’ex guardia del corpo del presidente russo, Gleb Karakulov, in un’intervista al sito Dossier Center, finanziato dal miliardario russo Mikhail Khodorkovsky esule a Londra, racconta del perché ha deciso di lasciare il Cremlino. Dopo aver servito lo zar per 13 anni, Karulov si nasconde in un luogo remoto per non farsi trovare. Faceva parte della squadra delle comunicazioni dell’Fso (il Servizio federale di protezione, responsabile delle scorte del presidente e degli alti ranghi dello Stato). Con Putin è partito per oltre 180 viaggi. Il suo compito era quello di assicurare linee di comunicazione sicure in ogni occasione. L’ultima è stata Astana, lo scorso ottobre, poi Karakulov e la sua famiglia sono fuggiti, prima in Turchia, ora chissà dove.


La presunta malattia e la propaganda autoinflitta

L’ex guardia del corpo è così una fonte di informazioni recenti sulle condizioni di salute di Putin, che spesso sono state messe in discussione, supponendo anche che possa aver contratto un tumore. Karakulov smentisce. È in condizioni di salute «migliori di quelle di molte persone della sua età». «Non soffre di nessuna patologia, non ha segreti clinici». La patologia, semmai, risiede in quanto lo zar tema per la propria vita. Tanto che tutt’ora non è possibile incontrarlo se non dopo 14 giorni di quarantena, per scongiurare la trasmissione del Covid. Chi avrà consigliato a Putin di essere così prudente non si sa. Ma quel che l’ex guardia del corpo assicura è che lo zar si informa solamente tramite i canali statali. Niente internet. Niente smartphone. Nemmeno nei viaggi all’estero, dove Tass, Ria Novosti e Rossija 1 lo accompagnano.


Le molte residenze e gli uffici tutti uguali

Ad accompagnarlo sempre è anche il suo ufficio di Mosca. O meglio, le sue repliche, che lo zar ha fatto costruire in tutti i palazzi dove risiede abitualmente. Compresa la villa – o forse si dovrebbe chiamare cittadella – che ha fatto costruire a Gelendzhik sulle sponde russe del Mar Nero, a pochi chilometri dalla Crimea. Potendo registrare i propri messaggi in uffici sempre uguali, Putin può dare l’impressione di trovarsi sempre a Mosca, anche quando non lo è. Tra i segreti svelati da Karakulov, ce n’è anche uno piuttosto noto: ad accompagnare Putin nelle varie residente sono sempre familiari, figli, e amanti. Fatto noto tra i funzionari del Cremlino. Rivelarli, però, costa caro. «Non mi stanno ancora cercando con il Novychok, ma sono andati a far visita a più di un mio familiare».

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