Trevignano, la veggente Gisella sparita nel buio è abituata a farlo: non pagava le bollette, il creditore staccò la luce e poi la fece fallire

Il suo fornitore di luce e gas ha chiesto e ottenuto il fallimento a Civitavecchia

Gisella Cardia, la veggente di Trevignano il cui vero nome all’anagrafe è Maria Giuseppa Scarpulla, sposata Cardia, è sparita nel buio dopo avere dato la luce a molti fedeli accorsi ogni tre del mese per assistere alle apparizioni della Madonna alle ore 14,30. Ma nel buio è stata a lungo ben prima di diventare veggente avendo il fornitore di luce e gas staccato le forniture alla società di ceramiche della donna. E quindi anche alla sua abitazione privata. Fra le carte del fallimento emerge che in effetti la Scarpulla ancora prima di sposarsi con il marito Gianni Cardia (omonimo del celebre sosia di Silvio Berlusconi) dopo un colpo di fulmine improvviso, aveva fondato la società La Majolica italiana.


Il fallimento di Giuseppa

Non nella sua Sicilia (è originaria di Caltanissetta), ma proprio a Trevignano Romano, luogo delle sue più recenti visioni. L’indirizzo dell’abitazione privata di Gisella-Maria Giuseppa coincide con quella della sua società di ceramiche, fallita con sentenza del 2016. Il fallimento fu chiesto dal principale creditore, che era appunto il fornitore di luce e gas Bluenergy group spa cui da anni non venivano pagate le bollette. Anche dopo avere interrotto il servizio non era infatti stata saldata alcuna bolletta. E al creditore non è restato che rivolgersi alla sezione fallimentare del tribunale di Civitavecchia. Per chiedere appunto il fallimento per il debito non onorato (se non con cambiali poi protestate) dalla futura veggente. Per un totale di 61.321,89 euro. Eppure la Scarpulla pur senza chiedere aiuto al cielo, aveva beni intestati che le avrebbero consentito di non fallire. Come i due fabbricati nella natia Caltanissetta.


Leggi anche: