Madonna di Trevignano, parla l’uomo che ha dato 123 mila euro a Gisella Cardia: «Diceva che sapeva moltiplicare pizze e gnocchi»

Luigi Avella ha donato alla Onlus della santona di Civita Castellana tanti soldi. Ora li rivorrebbe indietro. Ma…

Luigi Avella, 70 anni, ex funzionario del ministero dell’Economia laureato in giurisprudenza e teologia, è l’uomo che ha dato 123 mila euro a Gisella Cardia. Ovvero la santona custode della sedicente Madonna che lacrima a Trevignano Romano. Il cui vero nome è Maria Giuseppa Scarpulla. Secondo un esposto la Madonna di Trevignano in realtà piange con lacrime di maiale. E Avella è uno dei tanti fedeli pentiti che ha dato soldi alla santona. Lei, la santona, intanto è sparita. Proprio mentre veniva alla luce il suo passato da imprenditrice con problemi a causa di un’istanza fallimentare. Sul caso la diocesi di Civita Castellana ha istituito una commissione per «un’indagine sulla fenomenologia dei fatti». Ma intanto Avella racconta oggi a La Stampa la sua «terribile esperienza con una donna diabolica».


Le lacrime, il sangue

Secondo Avella c’è qualcosa di diabolico «nel suo ostinarsi a raccontare di essere in grado di far lacrimare sangue alla statua della Madonna e nel sostenere di essere in grado di moltiplicare pizze e gnocchi». Avella spiega che ha dato 123 mila euro di cui 30 mila al marito di “Gisella“. E gli altri alla Onlus Madonnina di Trevignano. «Devo dire la verità: nessuno dei due mi ha mai chiesto soldi. Ma sapevo che ne avevano bisogno». Ovvero, spiega sempre Avella, «dovevano comprare materiale per le attività che fanno da contorno alla gestione del miracolo delle lacrime, come 30 panche, la recinzione del terreno, un’auto, un garage. Ho pagato tutte queste cose: lo posso provare perché ho fatto bonifici bancari». I bonifici li ha fatti tra febbraio e giugno 2020. Mentre usciva da un periodo difficile della sua vita, dice. «Mia moglie a causa di un incidente stradale ha avuto problemi alla schiena. Dopo che ha ripreso a camminare bene ho voluto ringraziare la Onlus».


La storia di Avella e Gisella

Avella racconta quando ha conosciuto Gisella Cardia e il marito: «Nel 2018 e mi fidavo completamente di loro. Si era creato un rapporto di profonda amicizia: viaggiavamo e mangiavamo spesso insieme. Pensi che quando hanno festeggiato i 10 anni di matrimonio, Gisella mi ha chiesto di accompagnarla all’altare, nella cerimonia religiosa. Non ho figli e quel gesto mi è sembrato molto importante, mi sono sentito un po’ come suo padre. Insomma, mi fidavo e così poi ho dato i soldi. Ma non vorrei passare per un allocco: il miracolo delle lacrime era accreditato dall’ex vescovo e io, vedendo il buon rapporto che aveva con Gisella, mi sono fidato di lei». Ma a un certo punto ha cominciato a dubitare: «Quando mi hanno nominato direttore dei lavori per la recinzione del terreno delle apparizioni in via di Campo delle Rose. Essendo laureato in legge ho subito capito che l’autorizzazione non era in regola e si stava per commettere un abuso. Così mi sono allontanato. Poi, ho iniziato ad avere perplessità sul miracolo e ho scritto il libro “Le false apparizioni di Trevignano”».

Giovanni Cardia e la Onlus

Il marito di Gisella si chiama Giovanni Cardia. Mentre Avella non ha intenzione di denunciare fino a quando le autorità religiose non avranno certificato il falso. Dice di aver assistito un paio di volte alla lacrimazione di sangue «ma oggi non sono più sicuro. Credo che fosse suggestione». La moltiplicazione promessa di pizza e gnocchi invece non l’ha mai vista. Oggi spera di riavere indietro i 123 mila euro. Anche se, precisa, «nessuno mi ha forzato a donarli. «Sono pentito di aver riposto fiducia in una donna che ha approfittato della mia amicizia. Mi sento tradito come persona, prima ancora che come uomo di fede quale sono. Ho scoperto che l’8 maggio Gisella avrà un’udienza per reiterazione fallimentare per una fabbrica che aveva a Patti, in Sicilia. Chissà come andrà a finire questa storia della Madonnina».

«Gli incontri sono sospesi»

Intanto sul sito dedicato alle presunte apparizioni della Madonna di Trevignano ieri si leggeva che “gli incontri sono momentaneamente sospesi con data da destinarsi”. L’avviso confermerebbe la circostanza che la presunta veggente abbia lasciato la località laziale per andare all’estero, come trapela in queste ore. La vicenda che vede protagonista Gisella Cardia è da qualche giorno all’attenzione della procura di Civitavecchia. Precedentemente era stata invece avviata una indagine dalla diocesi competente, quella di Civita Castellana. La commissione diocesana, che deve riferire al vescovo Marco Salvi, al quale spetta una eventuale pronuncia, non ha tempi brevi e al momento si sarebbe riunita solo una volta. Il sito dice che è però possibile inviare intenzioni di preghiera e lascia un recapito telefonico con tanto di contatto Telegram e Whatsapp.

La commissione

La commissione è composta da membri non appartenenti alla diocesi, anche per garantire una maggiore indipendenza nel giudizio. Ci sono un teologo, un mariologo, uno psicologo e un canonista, ai quali potrebbe aggiungersi «anche un esorcista per capire se nei messaggi di Gisella non si nasconda l’influenza del maligno», riferisce David Murgia, membro dell’Osservatorio sui fenomeni mistici della Pontificia Accademia Mariana Internazionale. Ci sono poi medici legali, esperti di economia e anche di trucchi scenici. Se verrà confermato però che la veggente sia andata all’estero e che non sarà presente a futuri incontri mistici (finora ha dato appuntamento ogni 3 del mese), l’oggetto della indagine diocesana di fatto decade da solo. Diverso è invece il discorso degli accertamenti in procura dopo l’esposto ai carabinieri di Trevignano consegnato da un investigatore privato. Sul sito dell’associazione costituita l’anno scorso dalla presunta veggente (mentre i fenomeni delle presunte apparizioni vanno avanti dal 2016) permangono tutte le indicazioni per fare donazioni.

Leggi anche: