Terzo Polo, lo scontro prosegue su Twitter. Calenda contro Renzi: «Hai provato a fregarci, sei stato respinto»

Il leader di Italia Viva si è detto invece «dispiaciuto» per le «inspiegabili polemiche» delle ultime ore

In attesa del secondo round tra Italia Viva e Azione, previsto alle 17 di oggi dopo che la riunione via social convocata ieri, 12 aprile, non è riuscita a mettere d’accordo tutti, Carlo Calenda non sembra orientarsi verso un approccio più conciliante. Lo dimostra il tweet comparso sul suo profilo e indirizzato a Matteo Renzi: «Queste volgarità nascondono un nervosismo esagerato. Semplicemente hai provato a darci una fregatura e sei stato rispedito al mittente. Questa volta lo #staisereno non ha funzionato. Fine». Parole scritte in risposta a un articolo dal titolo: Terzo Polo al capolinea, volano gli stracci. Renzi: Calenda è pazzo, ha sbagliato pillole.


Dal canto suo Renzi ostenta pubblicamente un atteggiamento serafico: «In queste ore ci sono polemiche inspiegabili dentro il Terzo Polo. Ne sono molto dispiaciuto anche perché non vedo un motivo politico per la rottura. Eviterei di inseguire le polemiche e i retroscena. Andrei al sodo», scrive a sua volta su Twitter. «Ieri Azione ha presentato un documento, a noi va bene con piccole modifiche assolutamente accettabili. Le abbiamo pubblicate: i vecchi partiti si sciolgono con l’elezione del Segretario nazionale del partito unico. Se Calenda ci sta, noi firmiamo. Se Calenda ha cambiato idea, lo rispettiamo e ne prendiamo atto», prosegue il messaggio via social. Che non tralascia di specificare: «Quanto alla Leopolda: chi conosce quell’esperienza sa che è un momento bello di confronto politico tra generazioni e storie diverse. È un momento in cui tante persone si avvicinano alla politica. Dire che non può essere più fatta la Leopolda non ha senso. La facciamo con migliaia di volontari dal 2010, non vedo perché dovremmo smettere di farla oggi in un momento in cui la politica va difesa dai populismi e dai sovranismi. Il mio è un appello finale: basta polemiche, rimettiamoci al lavoro tutti insieme. Noi ci siamo, consapevoli della responsabilità verso tanta gente che ci chiede di tornare a sognare, non di volare rasoterra».


Il leader di Italia Viva non ha tuttavia avuto, per il momento, l’ultima parola. Perché Calenda è un fiume in piena: «Ieri IV ha confermato di voler deliberare lo scioglimento (con effetto 2024) solo dopo aver saputo il vincitore del congresso e di voler continuare a fare politica attraverso IV almeno per tutto il ’24. Idem sul prendere impegni economici concreti vs nuovo partito», prosegue su Twitter. «Noi invece eravamo pronti a prendere subito impegno su scioglimento e a girare tutte le risorse per fare la campagna delle europee. Abbiamo preso impegno con gli elettori di fare un partito unico, non una scatola vuota aggiuntiva». E ancora: «Nella proposta presentata vi erano (come in quella prima) tutti gli elementi di democrazia e contendibilità. Del resto a differenza di IV Azione ha fatto tutti i congressi comunali, provinciali, regionali, nazionali. Infine abbiamo preteso che vi fosse una clausola che riprendesse quella etica del parlamento europeo sui conflitti di interesse. Questo è quanto. Il resto sono armi di distrazione di massa».

Leggi anche: