La fine del Terzo Polo e i 4 milioni da dividersi, Calenda: «Almeno non ci siamo fregati i Rolex»

Il leader di Azione all’attacco: mi avevano detto che è uno che “te se magna”. Ma io sono un boccone indigesto

«Almeno non ci siamo fregati i Rolex». Comincia così l’intervista a Repubblica con cui Carlo Calenda oggi attacca Matteo Renzi dopo la rottura del Terzo Polo. Il riferimento al divorzio dell’anno, quello tra Francesco Totti e Ilary Blasi, è voluto. Anche perché è lo stesso leader di Azione a dire che con la rottura «i soldi c’entrano il giusto. Perché se fai un partito nuovo lo devi finanziare. Invece lui voleva tenere in piedi Italia Viva e fare la Leopolda nel 2024. Proprio a ridosso delle Europee. Magari mentre noi di Azione finanziavamo i suoi candidati. Ma così è una follia. Il problema è che Renzi non può fare un passo di lato». Anche se «guadagna 2 milioni di euro in giro per il mondo». Calenda apre a sorpresa anche a un’ipotesi di alleanza surreale: «Con Schlein? Perché no? Mai dire mai». Mentre il gotha dell’imprenditoria si domanda dove finiranno i 4 milioni donati al Terzo Polo.


Il Calenda furioso

Calenda nel colloquio con Lorenzo De Cicco appare furioso. «Qualcuno me l’aveva detto che dovevo stare attento. Renzi è uno pirotecnico, che una ne fa e cento ne pensa come è successo con Il Riformista. Se non stai attento è uno che “te se magna”. Ma io sono un boccone indigesto». Il leader di Azione dice di sperare che i gruppi parlamentari continuino ad esistere. Anche perché altrimenti perderebbero i fondi parlamentari. Aggiunge che nella trattativa aveva fissato regole chiare: sciogliere i partiti e condividere i soldi. E nell’accordo c’era anche una clausola anti-lobby. Che non sarebbe valsa solo per Renzi ma per tutti. «Non ci siamo sentiti per due settimane», racconta. «Intanto i suoi mi attaccavano a mezzo stampa e l’esercito di troll che ha su Twitter me ne diceva di ogni. Ma ho capito il trappolone e non mi sono fatto fregare». Sul giornale, Calenda dice che sarà divertente: «Penso a quei politici che faranno confidenze a Renzi e poi si ritroveranno i virgolettati sui giornali».


I soldi del Terzo Polo

In ultimo, il leader di Azione dice che «può essere che abbia un caratteraccio. Ma mi sento un tipo retto». Non esclude di riproporre alleanze a +Europa. Ma anche al Partito Democratico di Elly Schlein: «Mai dire mai. Ma se fanno asse con i 5 Stelle li vedo lontani da noi. E su troppi nodi come il termovalorizzatore non prendono posizione». L’ultima stoccata la riserva a Iv: «Renzi non ha votato La Russa presidente del Senato: è stato in cabina di voto 5 secondi. Ma magari c’è stata una trattativa per Maria Elena Boschi in vigilanza». Boschi è stata però solo nominata vicepresidente. Infine c’è il problema delle donazioni. A Iv e Azione ne sono arrivate per 4 milioni di euro. Molti dal gotha imprenditoriale e finanziario italiano. Ora che il partito unico è morto dove finiranno i soldi?

Leggi anche: