Svolta nell’omicidio di Vada: arrestato l’ex suocero della vittima

Il pensionato si è consegnato ai carabinieri dopo essere stato irreperibile per una settimana

Si è presentato in caserma Antonino Fedele, il pensionato di 81 anni accusato dell’omicidio dell’ex genero Massimiliano Moneta, il 57enne trovato morto lo scorso 11 aprile nel suo podere a Vada, frazione di Rosignano Marittimo, nel Livornese. Fedele si era reso irreperibile per una settimana, finché non è arrivato alla caserma di Rosignano Solvay, dove è stato interrogato dal procuratore di Livorno Ettore Squillace Greco e dal pm titolare dell’indagine. Per il gip che ha emesso l’ordinanza di arresto, Fedele è fortemente sospettato dell’omicidio di Moneta, colpito due volte: la prima all’altezza dell’anca destra e la seconda sul fianco destro del torace. Secondo il gip, Fedele «ha dimostrato una forza di volontà enorme e una capacità non comune», considerandone la pericolosità «elevata». Il pensionato è stato portato nel carcere di Livorno.


Agli inquirenti l’anziano ha spiegato che non aveva intenzione di uccidere Moneta, ma voleva solo colpirlo alle gambe. Gli ultimi giorni li avrebbe poi passati in ripari di fortuna, in fuga da carabinieri e polizia. I due si erano dati appuntamento per parlare di questioni legate alla separazione della vittima con la figlia di Fedele. La donna invece non sapeva nulla dell’incontro, quello stesso giorno era impegnata in tribunale a Livorno per un’udienza «relativa a un procedimento penale che vedeva il signor Massimiliano Moneta imputato dei reati di sottrazione di minore – spiegava in una nota diffusa dai suoi legali – e mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice relativamente a fatti accaduti tra marzo e ottobre 2020. In tale procedimento Alessandra Fedele era costituita parte civile». Moneta era già stato condannato in primo grado a un anno e 10 mesi per minacce aggravate, molestie e tentata diffusione di. immagini o video sessualmente espliciti in danno alla sua ex moglie.


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