Madonna di Trevignano, denunciato anche il marito della “veggente”: l’accusa sulla promessa di miracoli per 30mila euro

Gli inquirenti della procura di Civitavecchia stanno valutando l’ipotesi della truffa sul possibile mercato di miracoli in cambio di denaro messo in piedi da due coniugi

Non ci sono solo gnocchi e pizze a moltiplicarsi a Trevignano, ma anche le denunce nei confronti della fantomatica veggente Gisella Cardia e ora anche per suo marito Gianni Cardia. Ai Carabinieri di Colleferro sarebbe arrivata una nuova denuncia da parte dell’investigatore privato Maurizio Caciotti, che secondo il Corriere della Sera accusa l’uomo di attività molto simili a quelle di sua moglie nel procacciare donazioni per la loro missione. Gianni Cardia avrebbe ottenuto un obolo di 30mila euro da una persona convinta a versare il denaro «attraverso promesse di fatti non avvenuti sempre attinenti alla detta attività miracolistica». L’uomo quindi avrebbe intascato soldi in cambio di miracoli, per poi miracolosamente far svanire quel denaro nei vari progetti delle organizzazioni gestite dai coniugi.


L’indagine sulla truffa

Gli inquirenti della procura di Civitavecchia provano ad accelerare le indagini in vista del prossimo 3 maggio, quando sarebbe prevista la preghiera collettiva sotto la teca, abusiva, dell’ormai celebre Madonna di Trevignano. La pista più calda al momento punta a chiarire se Gisella Cardia, al secolo Maria Giuseppe Scarpulla, e suo marito Gianni abbiano raggirato i devoti della Madonna di Trevignano con promesse di miracoli e apparizioni nella zona del lago di Bracciano. L’avvertimento arrivato dall’investigatore privato Caciotti è che i due possano nel frattempo «inquinare le prove» per rallentare il lavoro degli inquirenti. L’indagine più che sull’abuso della credibilità popolare punterebbe all’ipotesi della truffa, ma agli inquirenti servirebbero testimonianze dirette, visto che gli esposti di Caciotti contengono solo i nomi delle presunte vittime dei coniugi Cardia.


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