«Il figlio di Peskov ha combattuto nella Wagner», la rivelazione di Prigozhin: così aiuta il portavoce di Putin dopo lo scherzo telefonico

Il “cuoco di Putin” ha dichiarato che il figlio del portavoce del Cremlino «ha partecipato all’operazione militare speciale in Ucraina come parte delle unità di artiglieria del gruppo»

Yevgeny Prigozhin, capo del gruppo Wagner, ha dichiarato che il figlio del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, «ha partecipato all’operazione militare speciale in Ucraina come parte delle unità di artiglieria del gruppo». Come riportato dall’agenzia russa Ria Novosti, il capo del battaglione dei mercenari di Wagner, ha dichiarato che che il portavoce del Cremlino Peskov si era rivolto «perché il figlio voleva partecipare alla guerra». «L’ho accolto sotto falso nome – ha proseguito Prigozhin -. Solo io, il responsabile delle risorse umane, ne ero a conoscenza», ha proseguito il capo del gruppo Wagner, specificando che Peskov Jr. «è stato iscritto al gruppo con documenti falsi». Secondo quanto dichiarato dal “cuoco di Putin” il figlio di Peskov avrebbe seguito un addestramento di tre settimane nelle unità d’assalto del gruppo e, durante il suo servizio, «il ragazzo (Peskov Jr., ndr) ha prestato servizio come chiunque altro, immerso fino alle ginocchia nel fango e nella m****. Pochissime persone lo sanno, e ha dimostrato coraggio ed eroismo, esattamente come tutti gli altri». Una dichiarazione che arriva a sette mesi di distanza dalla fine dell’estate 2022, quanto il presidente russo Vladimir Putin aveva dato il via alla mobilitazione militare parziale, che avrebbe sul campo contro l’Ucraina circa 300mila soldati, tra uomini con pregressa esperienza nelle forze armate e i “cittadini riservisti”, tra cui anche c’era anche Nikolay Peskov, figlio del portavoce di Putin, che in passato aveva prestato servizio nelle Forze missilistiche strategiche della Federazione Russa. Poco dopo l’annuncio da parte del presidente russo, Dmitry Nizovtsev, membro della ong Anti-corruption Foundation, aveva fatto uno scherzo telefonico, telefonando a Peskov Jr., fingendo di convocarlo per le visite mediche di rito per l’arruolamento. Ma il ragazzo aveva risposto che la sua presenza nelle liste «era un errore» e, in qualsiasi caso, «avrebbe risolto la questione ad altri livelli».


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