«Stufa di farvi da serva: è sfruttamento», la risposta di una ragazza all’offerta di lavoro in un bar a 1000 euro al mese

La storia di Sara Gentile diventata virale sui social, che ha trovato la solidarietà della Cgil

«Questo non è lavoro, è sfruttamento». Così Sara Gentile, 30enne di Cerenova (Roma) in cerca di occupazione, ha risposto a una proposta che le è arrivata da un bar della zona. Ovvero un finto inquadramento da part time, dietro cui si celava un lavoro di 6 giorni su 7, festivi e domeniche incluse, sette ore al giorno, per uno stipendio di 1000 euro. Straordinari non pagati, idem festivi. «Alla soglia dei quasi trent’anni sono davvero stufa di fare la serva. Io a farvi ingrossare il culo non ci sto più», ha scritto in un post sui social diventato virale in poco tempo. «Non esiste nessun genere di pausa, anche andare al bagno è un lusso e naturalmente non ti passano nulla da mangiare nonostante gli orari lo prevedano. Ora veramente vogliamo continuare a dire che il problema sono i giovani, il reddito, il non voler fare la gavetta, la mancanza di voglia? Davvero? Questo è sfruttamento», continua la 30enne. Che chiosa: «Iniziate a pagare i dipendenti come si deve e vedrete che fila fuori i vostri locali».


Screenshot post Facebook di Sara Gentile

Il sostegno della Cgil

Inoltre, per aver denunciato la questione è stata attaccata, in particolare da un utente che su Facebook è arrivato a insultarla in privato: «Fatti il culo e la gavetta, morta di fame e di sonno, rimarrai una fallita». Ma c’è chi si è unito alla protesta della ragazza. Tra questi anche Natale Di Cola, segretario generale della Cgil Roma e Lazio, che ha ripreso il suo post e ha definito la proposta di lavoro in questione «indegna». Riferisce, inoltre, che Sara Gentile è iscritta alla Cgil. «Due anni fa si è rivolta alla Filcams. Sapere che fa parte della nostra comunità e che combatte per difendere i diritti ci riempie d’orgoglio. In questi giorni, purtroppo, c’è anche chi la deride e la offende per aver detto no allo sfruttamento e al lavoro nero. A Sara diciamo che non è sola, è una di noi, le faremo quadrato attorno», dichiara Di Cola.


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