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Le paghe da fame degli stagisti italiani: «Mi danno 700 euro ogni due mesi»

09 Maggio 2023 - 06:44 Redazione
stage azienda paghe da fame precariato
stage azienda paghe da fame precariato
Gli stipendi a Milano, Roma e Torino. E la sorpresa Reggio Calabria

Gli stagisti italiani fanno la fame. Perché gli stipendi medi per i giovani agli esordi non compensano nemmeno le spese per l’alloggio. E il caso più eclatante è quello di Milano. Dove con uno stipendio medio da stage pari a 669 euro il costo della vita mensile arriva a 1.506 tra affitti, spese e consumi. A Roma invece lo stipendio è più alto: 792 euro. Ma anche le spese ogni trenta giorni lo sono: 1.204 euro. Così come a Torino, dove uno stagista viene pagato 657 euro e la vita costa circa 100 euro in più. La classifica degli stipendi degli stagisti la pubblica oggi La Stampa. Che racconta come il capoluogo meneghino sia la migliore in termini di offerte: 1.167 posizioni aperte. Poi c’è Roma con 186 posti.

La classifica

Ma la terza in classifica sorprende: si tratta di Reggio Calabria, dove il bassissimo costo della vita compensa gli stipendi da fame per gli stagisti. Anche Salerno, Messina e Catania si trovano ai primi posti della classifica. Poi c’è l’Emilia-Romagna. Bologna è al secondo posto con uno stipendio medio mensile di 700 euro. Ravenna al terzo con 696, Modena al quarto con 690 e Ferrara al sesto con 673 euro. Imbarazzante invece il confronto con tante altre città europee in termini di stipendio. Manchester è la migliore città europea per gli stagisti. 2.440 workshop ed eventi di networking gratuiti. La città ha oltre 800 posti vacanti a livello di tirocinio, di cui il 12% offre flessibilità da remoto ed offre uno stipendio medio pari a 2.015 euro/mese. Seguono Londra e Parigi. I compensi più alti? A Stoccolma con 3.111 euro al mese.

La storia di Serena

Il quotidiano racconta anche la storia di Serena Gherghi. Ha 26 anni e il suo contratto prevedeva uno stage in un’agenzia di comunicazione: 500 euro per lavorare 40 ore a settimana. Prima ancora aveva lavorato nell’editoria con un contratto da Cococo: «Ero pagata a ore, teoricamente sarebbero dovute essere otto alla settimana, anche se ne facevo sempre il doppio o ancora di più. Ogni due mesi mi arrivavano poco più di 700 euro». Ora la 26enne ha cambiato ambito: «Sono grata di quello che ho adesso, ovvero un contratto di apprendistato, nel marketing e management nel settore informatico. Sono project manager in un’azienda milanese. Viste le mie esperienze passate, mi ritengo fortunata».

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