«Non faccio pena, sono come uno scarafaggio»: Michael J. Fox racconta la sua malattia su Apple TV+

L’attore presto in un documentario su Apple Tv+

Michael J. Fox racconta la sua malattia in un documentario su Apple Tv+. L’attore protagonista di “Ritorno al Futuro” ha una diagnosi di morbo di Parkinson da molti anni. In “Still – La storia di Michael J. Fox“, documentario diretto da Davis Guggenheim. E oggi parla in un’intervista a La Stampa: «Non faccio pena, sono uno stronzo tosto! Sono come uno scarafaggio. Non puoi uccidere uno scarafaggio», esordisce. Poi si fa serio: «Il Parkinson non mi ha messo in difficoltà. Mi ha devastato. All’inizio l’ho affrontato ignorandolo. Negli ultimi tre anni però mi sono rotto entrambi i femori, la faccia e la mano. Mi hanno sostituito una spalla. Mi sono resoconto che potrei morire. E questo mi spaventa. Ma posso affrontarlo. La mia paura più grande è perdere la curiosità».


Una malattia incurabile

Michael J. Fox spiega a Valentina Ariete che il morbo di Parkinson «è incurabile. Ma questo, oggi, non mi fa paura. Quando ero più giovane ho combattuto con questa idea. Me l’hanno diagnosticato a 29 anni. Quando il dottore me l’ha detto la prima volta ho pensato che non stesse succedendo a me. Mi erano capitate soltanto cose belle. E invece era arrivata questa mazzata. Per 10 anni ho nascosto la verità». Lui dice sempre «che il Parkinson è un dono che continua a consumarmi. Mi ha insegnato molto. E ha fatto in modo che la comunità del Parkinson entrasse a far parte della mia famiglia. Se non l’avessi non avrei aiutato così tante persone come ho fatto. E voglio continuare». Per questo spiega: «Mi chiedono spesso come faccio a essere ottimista. Cerco sempre di trovare qualcosa per cui essere grato. Se ci si riesce la vita diventa migliore. I fan mi hanno regalato la vita che ho. Non rinuncerei alla mia malattia: dico spesso anche che è un dono che continuo ad accettare. Aiutare gli altri ha dato alla mia esistenza un significato completamente diverso. Quando lo dico la gente mi prende per pazzo! Non si tratta di quello che ho, ma di quello che mi è stato dato».


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