In Evidenza ENISiriaUSA
POLITICAAffittiCarovitaFuorisedeGiovaniLuigi BrugnaroUniversitàVenetoVenezia

Venezia, il sindaco Brugnaro spiega agli studenti che sugli affitti sbagliano: «Basta uscire dal centro e i prezzi scendono»

18 Maggio 2023 - 07:57 Redazione
Il primo cittadino insiste: da studente ho venduto tappeti e pulito ringhiere

Un paio di giorni fa il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha detto a uno studente che se si faceva fregare 700 euro per un posto letto non meritava la laurea. Oggi il primo cittadino in un’intervista a La Stampa ribadisce tutto. E dice che c’è chi pianta tende e chi invece si dà da fare. Ricordando che quando era studente ha «venduto tappeti e pulito ringhiere». «Rispetto chi protesta», premette oggi nel colloquio con Francesco Moscatelli. «Ma il mio messaggio ai giovani è: non è detto che aspettare la paghetta sociale o che lo Stato vi risolva i problemi sia la scelta migliore. Se poi la protesta delle tende è un momento di socialità, e dentro le tende si divertono anche, fanno benissimo. Dopodiché ribadisco: il mondo va avanti in un certo modo e gli adulti hanno il dovere di dire la verità ai ragazzi».

La protesta delle tende come momento di socialità

Brugnaro dice che «a Milano non è che uno deve per forza andare ad abitare sotto il Duomo o a Venezia in piazza San Marco. Un appartamento con un paio di stanze e una cucina, in periferia, si trova anche a 600-800 euro. Se dividiamo quella cifra per quattro non vengono certo fuori 700 euro a testa». Poi ricorda i suoi tempi: «Vendevo quadri e tappeti, pulivo ringhiere. Le occasioni di lavoro intermittente ti fanno capire com’è davvero il mondo del lavoro e ti aiutano anche a orientare gli studi. Anche oggi c’è chi pianta le tende e chi si dà da fare…». I conti delle proteste, per il primo cittadino, non tornano: «Quante tende ci sono? Qualche centinaio. Quanti sono gli universitari italiani? Decine di migliaia. Dopodiché son convinto che le proteste siano legittime e sacrosante. Io stesso al liceo facevo il rappresentante studentesco e protestavo perché non c’erano i laboratori. Saranno anche ragazzi in gamba, ci mancherebbe. Dico solo che non si fossilizzino aspettando che arrivi qualcuno che gli regala le cose. Perché il mondo, dopo l’università, non funzionerà così».

Leggi anche:

Articoli di POLITICA più letti