Tra palestre costose e ritmi frenetici, prendersi cura di sé è sempre più complicato. Le abitudini degli under 35 per difendere il benessere fisico: «Considerarsi una priorità anche nei piccoli gesti» – Il video

in collaborazione con Snello Rovagnati

Diritto al benessere, la ricerca di Open in collaborazione con Snello Rovagnati sul benessere tra gli under 35.

Palestre troppo costose, ritmi di lavoro sempre più alti e impegni scolastici spesso difficili da far incastrare con attività extra studio. Così la quotidianità dei giovanissimi rischia di alternarsi tra lo schermo di un pc e tempi troppo ridotti per occuparsi di se stessi con costanza. La seconda puntata del progetto Diritto al benessere, realizzato da Open in collaborazione con Snello Rovagnati, racconta di una ricerca costante di un benessere fisico che, nelle nuove generazioni, è sempre più legato a una buona salute mentale. «In palestra non riesco ad andare e mi manca molto la sensazione positiva che avevo dopo ogni allenamento», spiega Matteo, 27 anni, «muovere il corpo per me è anche riuscire a liberare i pensieri, sentirmi in equilibrio con me stesso fuori e dentro». Esigenze che seppur comuni a molti, non sempre sfociano nella nascita o nel consolidamento di abitudini utili: a dirlo sono gli ultimi dati disponibili del report Istat Sport, attività fisica, sedentarietà del 2021. Se in linea generale in Italia sono aumentate le persone che praticano attività fisico-sportiva nel tempo libero, passando dal 59,1% del 2000 al 66,2% nel 2021, dall’altro lato si è registrato un crollo nella pratica sportiva tra bambini e ragazzi, dal 51,3% al 36,2%, con un conseguente aumento della sedentarietà, dal 22,3% al 27,2%. Numeri che si traducono in una routine quotidiana sempre più piena di doveri e scadenze, come spiegano i giovani ascoltati: «staccare davvero da tutto e allontanarsi dal proprio posto di lavoro o familiare è complicato». 


Non solo palestre e sale fitness: la riscoperta della mobilità attiva nelle abitudini degli under 35

Quello che però sembra emergere dalla difficoltà, dopo la pandemia, di aver ripreso sì a correre, ma sul posto di lavoro o a scuola, è una serie di piccole e sane abitudini “cuscinetto”, che alimentano in maniera spesso inaspettata il proprio benessere fisico. La palestra e lo sport in generale rimangono nella percezione di massa le principali fonti di attività salutare per il corpo, tra chi ha continuato ad allenarsi in casa anche dopo la pandemia, chi si è iscritto a corsi e chi invece preferisce una passeggiata al parco. Ma nei giovani intervistati sembra essere nata la consapevolezza di un benessere attivo che passa per fortuna anche attraverso piccoli gesti quotidiani. «Ho imparato a fare cinque minuti di stretching tutte le mattine, mi aiuta a partire bene, a sentire il mio corpo e a entrarci in connessione», racconta Fabrizio, 26 anni. E ancora: «andare al lavoro a piedi ascoltando musica è la mia piccola oasi di benessere quotidiano». Dalle scale fatte a piedi al posto dell’ascensore alle bottiglie d’acqua in casa che sostituiscono i pesi della palestra, le pratiche piccole ma costanti sembrano fare sempre più parte di una quotidianità che spesso rischia di travolgere qualsiasi spazio di cura. Per questo la ricerca di minimi gesti utili al proprio corpo è raccontata dai più giovani come il modo attualmente migliore per volersi bene. «Occuparsi del proprio benessere non può più essere considerato un extra rispetto a tutto quello che necessariamente siamo chiamati a fare nel nostro posto di lavoro, o a scuola», spiega Alessandro, 23 anni, «mettere me e il mio benessere fisico come priorità nonostante tutto il caos attorno è una scelta che devo a me stesso tutti i giorni». Niente di diverso in fondo dalla definizione scientifica di attività fisica fornita dalla stessa Organizzazione mondiale della Sanità: «si definisce attività fisica qualsiasi movimento corporeo prodotto dall’apparato muscolo-scheletrico che richiede dispendio energetico e che include le attività di mobilità attiva che vengono praticate nella vita di ogni giorno sia durante il lavoro che nel tempo libero, i lavori domestici, gli spostamenti abituali a piedi o in bicicletta».