Le nuove generazioni in difesa della salute mentale: «Stare bene non può più essere secondario» – Il video

in collaborazione con Snello Rovagnati

Diritto al benessere, la ricerca di Open in collaborazione con Snello Rovagnati sul benessere tra gli under 35.

Meditazione, gestione delle emozioni, pratiche di mindfulness, e ancora attività di respirazione, musicoterapia e libri sulla crescita personale. I metodi scelti dagli under 35 per prendersi cura del proprio benessere mentale rientrano sempre di più in una quotidianità spesso non facile da gestire. «Dopo l’emergenza Covid si è tornati a correre ancora più veloci di prima», spiega Giovanni, 24 anni, «ma con meno strumenti per poterlo fare». Altri ragazzi come lui hanno raccontato a Open, nell’ambito della ricerca Diritto al benessere realizzata in collaborazione con Rovagnati, quanto prendersi cura della propria salute mentale sia diventata una priorità assoluta. 


L’emergenza salute mentale

La fragilità avvertita soprattutto dalla fascia più giovane della popolazione è esplosa negli ultimi anni in segnali di malessere diffuso evidenti. A scattare la fotografia della condizione di emergenza diversi report, tra cui quello della Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia: il documento pubblicato sulla rivista scientifica di medicina pediatrica Jama Pediatrics e che raccoglie in tutto 29 studi condotti su oltre 80 mila rappresentanti della Generazione Z, registra sintomi clinici di depressione e disturbi d’ansia in un giovane su 4.  «La probabilità è particolarmente alta fra i ragazzi più grandi», spiegano gli esperti, «che più dei bambini hanno risentito delle restrizioni che non hanno consentito di vivere, in serenità e assieme ai coetanei, momenti fondamentali della crescita». A fare da eco anche l’Istituto Superiore di Sanità: 


«Mentre in media la risposta della popolazione italiana depone per una buona resilienza di fronte allo stress generato dalla pandemia, un più severo peggioramento, rispetto agli anni precedenti, è stato osservato in alcune categorie demografiche e in particolare nei giovani dai 18 ai 34 anni», spiega lo studio basato sul sistema di sorveglianza PASSI* (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) e pubblicato sulla rivista Journal of Affective Disorders. Oltre ad ansia e depressione, disturbi alimentari e dipendenze sono gli altri complessi ambiti che riguardano l’emergenza della salute mentale nelle nuove generazioni. Le ultime stime del ministero della Salute parlano di circa 4 milioni di giovani che attualmente in Italia soffrono di un disturbo alimentare, con il +40% di prime diagnosi e il +50% di ricoveri. Un’epidemia silenziosa documentata anche dallo studio Dipendenze comportamentali nella Generazione Z condotto da Iss, dove la dipendenza da cibo è la principale problematica comportamentale tra quelle registrate.  

Dalla difficoltà una rinnovata consapevolezza

La realtà con cui adolescenti e giovani adulti continuano a fare i conti ha generato però una positiva consapevolezza. Prendersi cura della propria mente è un diritto a cui non dover mai più rinunciare. E così nelle pieghe di un’esistenza spesso caotica, gli under 35 raccontano di aver scoperto abitudini e pratiche fondamentali per la loro quotidianità. «Da diversi mesi a questa parte faccio meditazione tutte le mattine, la serenità che ne ricavo per affrontare la giornata è impagabile», spiega Antonella, 29 anni. Per Beatrice, studentessa diciottenne, «è difficile ritagliarmi del tempo per me, la scuola sta diventando un impegno a tempo pieno, non solo nelle ore di lezione ma anche durante il resto delle giornate. Ho bisogno e vorrei più spazi per me. Mentre studio ascolto musica per rilassare la mente», continua, «ho capito che fa bene alla mia concentrazione e all’ansia che a volte mi soffoca». Il contatto con la natura, la fotografia, la lettura sono le abitudini più citate dai giovani lavoratori: «nei giorni liberi esco per fare scatti all’aria aperta, non si tratta solo di un hobby, è il mio momento di benessere assoluto, in cui quello che faccio è in perfetto equilibrio con quello che penso», racconta Giovanni, 25 anni, addetto alla sicurezza in un museo. 

L’idea di fondo nelle esperienze quotidiane che i giovani condividono è la relazione tra la tutela della propria salute mentale con tutte le altre declinazioni del benessere, dalla dimensione corporea a quella relazionale. Nella loro narrazione di attività e passioni, tutto è ormai strettamente connesso con una dimensione psicologica da proteggere e tutelare.