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Omicidio Fabriano, la donna accusata dell’omicidio del compagno resta in carcere: «Mi sono difesa da un approccio sessuale»

Alessandra Galea ha negato alla gip di aver colpito alla testa il suo convivente. Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, l'uomo è stato colpito più volte con una lampada

Resta in carcere per il pericolo che possa reiterare il reato Alessandra Galea, la 49enne accusata dell’omicidio di Fausto Baldoni, l’operaio di 63 anni trovato morto lo scorso sabato a Fabriano in provincia di Ancona in casa sua. Davanti alla gip Sonia Piermartini per l’interrogatorio di garanzia nel carcere di Pesaro, la donna ha negato di aver colpito alla testa il suo compagno e detto di aver reagito per «difesa da un approccio sessuale». Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, l’uomo è stato colpito più volte alla testa con un corpo contundente, probabilmente una lampada. Circostanza negata dalla donna assistita dall’avvocato Franco Libori: la donna ha ribadito di aver respinto l’uomo, per poi andare via di casa per raggiungere i figli. In quella circostanza, non si sarebbe resa conto di aver ucciso il suo compagno, anzi non avrebbe avuto contezza neanche che fosse ferito. Si attende ora l’esito dell’autopsia sul corpo dell’uomo per chiarire ulteriormente come sia stato ucciso.

Il precedente della sorella gemella

Al momento la difesa della donna non avrebbe intenzione di richiedere una perizia psichiatrica. Nove anni fa, il 25 luglio 2014, la sorella gemella di Alessandra Galea, Consuelo, aveva ucciso a Fabriano la madre 79enne fracassandole la testa con un fucile per soft-air. All’epoca, la donna 40enne si era sempre dichiarata innocente ed è stata in seguito prosciolta per incapacità totale di intendere e volere, scontando 10 anni in un ospedale psichiatrico giudiziario.

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