Fabriano, la paura dell’uomo prima di essere ucciso dalla compagna: «Aveva fatto sparire i coltelli in casa»

Quando è stato scoperto il cadavere dell’uomo in casa sua, la convivente che nel frattempo si era allontanata aveva finto di non conoscerlo

Emergono nuovi dettagli sull’omicidio del 63enne Fausto Baldoni, operaio della Gls di Ancona, colpito più volte al viso e alla testa con un oggetto contundente, probabilmente un abat jour che gli ha procurato una frattura del cranio, al culmine di una fatale lite con la sua compagna nell’abitazione di Fabriano. Per la procura ad aver scagliato i colpi sarebbe stata proprio la convivente Alessandra Galea, ora nella sezione femminile del carcere di Villa Fastiggi a Pesaro, con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla coabitazione. Domani, martedì 6 giugno, si terrà l’udienza di convalida d’arresto davanti al gip del capoluogo marchigiano. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la 50enne, madre di due figli avuti da un’altra relazione, sarebbe stata vista uscire dal palazzo subito dopo l’aggressione, per poi tornare in via Castelli verso le 20, quando le forze dell’ordine – avvertiti dalla sorella di Baldoni – erano già all’interno dell’abitazione. Una volta arrivata sul luogo dell’omicidio, la donna – riporta il Messaggero – avrebbe fatto finta di non avere alcun legame con la vittima. «Ma davvero è morto il signor Baldoni?», avrebbe chiesto ad alcuni vicini. L’atteggiamento della stessa avrebbe insospettito gli investigatori, tanto da portare Galea in caserma per interrogarla. Sentita sabato sera dai militari del Nucleo Investigativo, la 50enen ha negato ogni addebito. Anzi, secondo il suo legale Franco Libori, del foro di Perugia, «non c’era nessuna intenzione di ucciderlo. Si è solo difesa». La sua versione dei fatti però non è stata ritenuta credibile, tanto che il pm Daniele Paci della Procura di Ancona ha chiesto il fermo. Nel frattempo, è stata disposta l’autopsia sul corpo della vittima che verrà effettuata domani, 6 giugno, all’ospedale di Torrette ad Ancona dal medico legale Mauro Pesaresi.


La vicenda

Il 63enne era atteso sabato, 3 giugno, a un pranzo organizzato dalla sorella fuori città, ma non si è presentato. In serata la sorella è andata a casa di Baldoni e, non ricevendo risposta, si è rivolta ad un pattuglia di carabinieri di passaggio. Poi, la scoperta. Per i familiari dell’operaio, «Nostro fratello, per la sua generosità e bontà, ha trovato un epilogo alla sua vita che non meritava», fanno sapere tramite il loro legale, l’avvocato Angelo Franceschetti. Fausto e Alessandra si conoscevano da anni, ma convivevano da due. «Tra Fausto e la compagna c’erano molti problemi, tanti litigi. Più volte, l’uomo ha confidato ai familiari di temere per la propria vita, tanto da aver fatto sparire tutti i coltelli – riferisce l’avvocato -. Temeva anche di essere avvelenato e spesso viveva chiuso in una stanza, quando lei era in casa». 


Un’altra tragedia famigliare

Nove anni fa un’altra tragedia nella stessa famiglia: la sorella di Alessandra Galea, Consuelo, nel luglio del 2014 uccise la madre 76enne, Maria Bruna Brutti, colpendola ripetutamente alla testa con il calcio di un mitragliatore da soft air, sempre a Fabriano. Intanto, il fascicolo, inizialmente aperto dal pubblico ministero Daniele Paci, è in procinto di passare ai pm Ruggiero Dicuonzo e Valentina Bavai. Probabile la richiesta di una perizia psichiatrica sulla donna che da sabato si trova rinchiusa nel carcere di Villa Fastiggi a Pesaro dopo il fermo disposto dalla Procura ed eseguito dai carabinieri.

Foto copertina: ANSA/CLAUDIO CURTI | Il palazzo dove Fausto Baldoni è stato trovato morto in casa con una ferita alla testa

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