Ucraina, salta la diga di Kakhovka: decine di villaggi inondati. Riunione d’emergenza Onu tra le accuse incrociate Mosca-Kiev

Tanto il Cremlino quanto Zelensky accusano gli avversari di un nuovo «crimine di guerra»

Si terrà alle 22 di questa sera (le 16 ora locale) una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza dell’Onu in merito a quanto accaduto la scorsa notte a Kakhovka, sul fiume Dnirpo, dove è andata distrutta una parte della diga antistante la città di Cherson, attualmente sotto il controllo delle truppe russe. Mosca e Kiev si sono rimpallate per tutta la giornata durissime accuse incrociate per il danneggiamento, che rischia di provocare danni ambientali ingenti oltre a mettere a repentaglio le città circostanti e i raccolti delle campagne. Secondo il leader di Kiev Volodymyr Zelensky, che accusa Mosca di ecocidio, «questo è solo un giorno qualsiasi dell’aggressione russa. Questo è uno dei crimini di guerra russi. Ogni commento è superfluo e il mondo deve reagire». A sua volta, la Federazione russa è convinta che dietro l’esplosione ci siano le truppe ucraine. La portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha fatto sapere che «fin dal 21 ottobre dell’anno scorso la Russia aveva avvertito il segretario generale dell’Onu dei piani del regime di Kiev di distruggere la centrale idroelettrica di Kakhovka. Domanda per il segretario generale: cosa è stato fatto?». In vista della riunione d’emergenza Onu, il Cremlino ha chiesto pertanto alla comunità internazionale di «condannare l’atto criminale delle autorità ucraine».


Le reazioni internazionali

Dopo l’attacco alla diga di Kakhovka, la comunità internazionale si è resa fin da subito disponibile a fornire aiuti all’Ucraina. «Restiamo in contatto con le autorità ucraine per garantire l’assistenza immediata dell’Ue. Il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze della Commissione europea (ERCC) sta monitorando attivamente la situazione ed è in stretto contatto con il Servizio di emergenza dello Stato ucraino. L’Ucraina può richiedere assistenza nell’ambito del Meccanismo di protezione civile dell’Ue (UCPM): siamo pronti a rispondere a qualsiasi necessità immediata, compresi cibo e acqua potabile», si legge nella nota di Josep Borrell e il Commissario per la gestione delle crisi Janez Lenarčič.


«L’Unione europea condanna questo attacco con la massima fermezza, rappresenta una nuova dimensione delle atrocità russe e può costituire una violazione del diritto internazionale, in particolare del diritto umanitario internazionale», conclude la nota. Anche la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, si è espressa sulla vicenda: «Sono i bambini, le donne e gli uomini dell’Ucraina che soffrono le terribili conseguenze della distruzione della diga della centrale idroelettrica di Nova Kakhova. Questo è un atto contro l’umanità, un crimine di guerra che non possiamo lasciare senza risposte. Oggi, più che mai, l’Ucraina necessita del nostro aiuto», si legge in un tweet della presidente del Pe. Mentre per il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg si tratta di «un atto oltraggioso che dimostra ancora una volta la brutalità della guerra della Russia in Ucraina».

Il vicepremier italiano, Antonio Tajani, ha condannato «con forza» l’attacco nella regione di Cherson «che sta mettendo a rischio migliaia di persone e sta provocando un disastro ecologico, aggravando ulteriormente l’emergenza umanitaria in atto»: la nota della Farnesina. Sullo stesso tono anche il messaggio del premier uscente, Pedro Sánchez che ha espresso la propria «solidarietà con il popolo ucraino» e «condannato la distruzione di infrastrutture civili, contraria al diritto internazionale umanitario. La Spagna sarà sempre a fianco dell’Ucraina di fronte alla brutale aggressione russa», ha concluso Sánchez. Mentre il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis, ha affermato oggi in conferenza stampa che la Russia risponderà per il disastro della diga di Kakhovka «davanti a un tribunale speciale, dove questo e tutti gli altri crimini commessi dovranno essere indagati e i colpevoli di tali azioni puniti». Questo, ha aggiunto Landsbergis, «avverrà dopo che l’Ucraina avrà conseguito la vittoria sul campo di battaglia». Toni molto duri sono arrivati anche dal presidente della Lettonia, Egils Levits. In un messaggio apparso sul suo canale Twitter, il politico lettone ha affermato che l’evento rappresenta «il passaggio a forme di terrorismo di nuovo tipo» che solo un tribunale internazionale ad hoc potrà sanzionare.

I rischi e i pericoli

La preoccupazione è che l’acqua trattenuta nella diga possa provocare inondazioni nell’area circostante e, secondo l’amministratore filorusso della zona, Vladimir Leontiev, «mettere in pericolo almeno 22mila persone». Intanto, sarebbero 24 i villaggi allagati. A renderlo noto è il governo ucraino: «In questa fase 24 località in Ucraina sono state allagate. Il ministero dell’Interno ha già evacuato circa un migliaio di persone» e le operazioni «continuano», ha detto alla televisione il ministro Igor Klymenko. Secondo un funzionario russo della città di Nova Kakhovka, citato dalla Tass, sarebbero circa 300 i cittadini allontanati dalle proprie abitazioni. Mentre per l’emittente statale ucraina, Suspilne, «Le inondazioni potrebbero colpire fino a 80 insediamenti». Finora sarebbero «più di 10 quelli allagati». Circa 16mila persone, sempre secondo l’emittente di Kiev, si troverebbero sulla riva destra della regione di Cherson. In mattinata, «alle 12 ore locali (11 italiane) un treno, utilizzato per evacuare i cittadini» ha lasciato la città per Mykolaiv.

Suspilne: La mappa degli insediamenti vicino alla diga

«Effetti devastanti»

Le possibili inondazioni, secondo un professore della University of QLD School of Civil Engineering, citato dal Guardian, potrebbero avere «effetti devastanti», anche futuri. Per Hubert Chanson, «Chiunque viva in aree basse a valle della diga potrebbe annegare. Non mi sorprenderebbe se la distruzione della diga fosse stata organizzata per rallentare l’azione militare più a valle», ha detto il professore, riferendosi all’offensiva annunciata dalla truppe di Kiev e al suo secondo giorno. Il ripristino della diga non sarà facile, «e la grande massa d’acqua – continua – potrebbe causare un’inondazione di lunga durata che non si esaurirà in un paio di giorni». La diga di Kakhovka, infatti, negli ultimi giorni – stando ai dati diffusi dal giornalista del Washington Post, aveva raggiunto livelli molto alti. 

Allarme a Zaporizhzhia

La distruzione dell’impianto idroelettrico avrebbe potuto inoltre, rappresentare una seria minaccia per la centrale nucleare di Zaporizhzhia. «La situazione al momento è sotto controllo», ha dichiarato l’operatore nucleare ucraino Energoatom. «La notte del 6 giugno 2023, gli invasori russi hanno fatto saltare in aria la diga dell’Hpp (la centrale idroelettrica di Kakhovska, ndr)», ha scritto l’operatore in un comunicato spiegando che i livelli dell’acqua «in rapida diminuzione» nel bacino idrico rappresentano una «minaccia aggiuntiva per la centrale nucleare di Zaporizhzhia temporaneamente occupata». Per ora, tuttavia, lo stagno di raffreddamento della centrale nucleare è pieno, ha aggiunto. «L’acqua del bacino idrico di Kakhovsky è necessaria affinché la stazione riceva energia per i condensatori delle turbine e i sistemi di sicurezza della Znnp (la centrale di Zaporizhzhia, ndr). Lo stagno di raffreddamento della stazione è ora pieno: alle 8:00 il livello dell’acqua è di 16,6 metri, sufficiente per le esigenze della stazione», ha concluso Energoatom.

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