Il caso dell’oratorio chiuso per troppe bestemmie, il parroco ci riprova: «Riapro, ma certi bulli ti ridono in faccia»

Don Enzo Raimondi: «Scelta amara, perché alcuni di questi ragazzi hanno probabilmente difficoltà in famiglia»

Riaprirà domani, 8 giugno, l’oratorio di Maleo, il piccolo centro in provincia di Lodi, rimasto chiuso nei giorni scorsi su decisione del parroco del paese, don Enzo Raimondi. La decisione di chiudere temporaneamente il luogo d’incontro per i giovani della parrocchia era stata presa alcuni giorni fa, per arginare una situazione divenuta ormai «intollerabile», e per «dare un segnale forte a quei ragazzi che dicono parolacce e bestemmie, lasciano sporcizia in giro, si comportano da bulli e, se ripresi, ti ridono pure in faccia». Non è la prima volta che don Enzo ricorre a una soluzione del genere per frenare certi comportamenti. Come spiegato in un’intervista al Corriere della Sera, il parroco ha dichiarato di «aver adottato questo sistema già qualche anno fa: i ragazzini sono sempre uguali, assumono atteggiamenti sbagliati e per imparare, purtroppo, bisogna prendere misure forti. Sono episodi che capitano in tutti gli oratori». Un episodio simile è avvenuto a inizio maggio nella parrocchia di San Biagio a Marina di Minturno, in provincia di Latina, dove il parroco Don Maurizio Di Rienzo, come riportato da Agi, ha deciso di chiudere l’oratorio per un mese per «inciviltà, vandalismi e troppe bestemmie».


Don Enzo: «Ragazzi con problemi in famiglia»

Una chiusura decisa con amarezza perché «l’oratorio è aperto, è la casa di tutti e penso sia una scelta positiva non precludere l’accesso a nessuno» e «si chiede una cosa sola: la buona educazione, come in ogni altro luogo: siamo un paese di 3mila abitanti e questi ragazzi difficili sono un gruppetto di 16-17enni, alcuni anche di fuori». Don Enzo aggiunge: «Sono ragazzi disturbati, che hanno problemi e famiglie che spesso li seguono poco ed è difficile incontrare. Gli stessi già l’anno scorso in piscina si sputavano addosso ed erano stati allontanati e il sospetto è che ci siano loro dietro le “vedovelle” divelte in centro e alla stazione ferroviaria nei giorni scorsi». Insomma, una questione che va oltre gli spazi dell’oratorio in sé. E il don precisa: «Io non ce l’ho con nessuno, sono amareggiato, dispiaciuto, rattristato per questi ragazzi perché probabilmente hanno delle difficoltà, per quelli bravi che subiscono le conseguenze dei loro comportamenti e per noi adulti che non sappiamo come affrontare quel disagio. Io faccio quello che posso visto che non posso essere in due posti nello stesso tempo».


La riapertura dell’oratorio

E infatti don Enzo non vuole arrendersi. E oltre a riaprire l’oratorio, ha annunciato che la parrocchia proporrà «un incontro con un pedagogista per dare ai collaboratori qualche consiglio su come approcciare i ragazzi: stiamo valutando la possibilità di avere un educatore professionale in oratorio, anche se non sarà facile per i costi». C’è anche chi ha proposto che l’accesso agli spazi dell’oratorio di Maleo avvenga mediante un tesserino, per riuscire a riportare un po’ di ordine tra chi si reca in oratorio per stare insieme agli altri e partecipare alle iniziative parrocchiali e chi invece ci va per fare il bullo. Una “soluzione” che don Enzo non ha commentato, preferendo la strada dell’approccio cognitivo comportamentale per cercare di arginare il bullismo.

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