A maggio gli oceani più caldi di sempre: i dati (che preoccupano) di Copernicus

Il Servizio per il Cambiamento Climatico della Commissione Europea menziona anche le inondazioni che hanno interessato l’Emilia-Romagna

Gli oceani sono sempre più caldi e il mese passato è stato uno dei maggio più caldi di sempre. A lanciare l’allarme è il rapporto mensile del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus, realizzato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche per la Commissione europea. Il mese appena chiuso, a livello globale, ha registrato solo un meno di 0,1°C in meno rispetto al maggio precedente, il più caldo mai registrato. La temperatura della superficie del mare e la temperatura dell’aria marina, calcolate in media su tutti i mari privi di ghiaccio, sono invece state le più alte registrate finora. I gradi sono rimasti elevati in alcune parti del Canada, dell’Africa e del Sud-Est asiatico. In Australia e dall’India nord-occidentale alla Siberia meridionale le temperature sono invece state notevolmente più basse del normale. Segno questo di come il fenomeno de El Niño stia iniziando a riemergere e influenzare nel Pacifico tropicale orientale.


Ghiacciai in ritirata in Antartide

Pessime notizie per i ghiacciai del nostro pianeta. Per la terza volta nel 2023, l’estensione del ghiaccio marino antartico ha raggiunto il minimo mensile record, scendendo di un 17% al di sotto della media. Il calo si è registrato in modo particolare nei mari di Weddell, Bellingshausen e Ross settentrionale, mentre nel mare di Amundsen sono invece rimaste concentrazioni superiori alla media. Le anomalie – spiega il report – sono concentrazioni superiori alla media nel Mare di Groenlandia e inferiori alla media invece nel Mare di Barents.


Nel report anche le inondazioni dell’Emilia-Romagna

Nel rapporto di Copernicus c’è anche spazio alle inondazioni che hanno interessato l’Emilia Romagna. Spiega infatti il report che si è registrato un clima più umido della media su gran parte dell’Europa meridionale e nell’ovest dell’Islanda. Forti precipitazioni hanno provocato inondazioni in Italia e nei Balcani occidentali. Al contrario la maggior parte della penisola iberica ha continuato a subire periodi di siccità prolungati. Così come condizioni più secche della media sono state registrate anche in Danimarca, Paesi baltici, Scandinavia meridionale e gran parte della Russia occidentale. «Il resto d’Europa – spiegano da Copernicus – ha visto l’anomalia dell’umidità del suolo riflettere le condizioni del mese precedente: i suoli sono rimasti asciutti nelle regioni della penisola iberica nonostante le precipitazioni leggermente superiori alla media, mentre un’anomalia umida è persistita nelle regioni del Regno Unito, Francia, Germania, Polonia e Turchia centrale, nonostante la mancanza di precipitazioni».

Credits foto di copertina: UNSPLASH/Shifaaz Shamoon

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