C’era anche Giovanni Cacciapuoti, avvocato della famiglia di Giulia Tramontano, ad assistere all’autopsia sul cadavere della 29enne incinta. L’analisi del professor Andrea Gentilomo ha certificato che Alessandro Impagnatiello ha colpito la fidanzata con 37 coltellate. I primi due colpi sferrati dal barman dell’Armani Bamboo sono stati decisivi. Il primo ha reciso la carotide di Giulia, impedendole di urlare. Il secondo all’arteria succlavia l’ha uccisa. Gli esami dei periti non sono conclusi. Sul corpo della ragazza si cercheranno tracce di topicida, dopo la scoperta del veleno per topi in casa. Ma l’avvocato dei Tramontano ha fatto anche notare che l’ipotesi d’accusa potrebbe cambiare. E gli omicidi imputati a Impagnatiello potrebbero essere due.
L’aborto non consensuale
Attualmente infatti Impagnatiello deve fronteggiare anche l’accusa di aborto non consensuale. L’articolo 593/ter del Codice penale recita che «chiunque cagiona l’interruzione della gravidanza senza il consenso della donna è punito con la reclusione da quattro a otto anni. Si considera come non prestato il consenso estorto con violenza o minaccia ovvero carpito con l’inganno». Le pene: «Se dai fatti previsti dal primo e dal secondo comma deriva la morte della donna si applica la reclusione da otto a sedici anni; se ne deriva una lesione personale gravissima si applica la reclusione da sei a dodici anni; se la lesione personale è grave quest’ultima pena è diminuita». Non è questo il caso di Impagnatiello, visto che è stato l’omicidio di Tramontano a provocare l’aborto. Da qui la contestazione di aborto non consensuale. Ma Cacciapuoti ha spiegato che i risultati definitivi dell’autopsia potrebbero cambiare tutto.
L’ossitocina e il travaglio
«Non sappiamo se sotto lo stress dell’azione omicidiaria, ci possa essere stato un impulso di incremento, per esempio dell’ossitocina. Se fosse iniziato il travaglio ci sarebbe una mutazione del capo di imputazione», ha detto Cacciapuoti. Il senso di quanto affermato dal legale è chiaro: secondo le ultime interpretazioni giurisprudenziali Thiago in questo caso sarebbe stato prossimo alla nascita. E quindi Impagnatiello potrebbe vedersi contestato il duplice omicidio. L’avvocato ha anche fatto sapere che la famiglia spera di potersi vedere restituito il corpo di Giulia entro la metà della prossima settimana. Così si potranno organizzare i funerali. La procura però ha dato il nulla osta già nel pomeriggio di ieri.
Il complice, le scuse, la pena
Anche i risultati dell’autopsia non sembrano aver fornito appigli sulla tesi del complice. Nei giorni scorsi erano emersi alcuni dubbi sulla madre Sabina Paulis. Che però sono stati rapidamente fugati. Ieri Daniela Nuzzo, la comandante dei carabinieri di Rho che ha scoperto il corpo di Tramontano, ha detto che Impagnatiello aveva sostenuto che la ragazza fosse uscita a prendere le sigarette. E che ha mentito sin dal primo momento. L’ex consigliere del Csm e procuratore aggiunto a Catania Sebastiano Ardita ha invece sostenuto che il barman potrebbe «uscire dal carcere dopo una decina di anni, come è accaduto ad altri». E potrà chiedere subito un percorso di giustizia riparativa. E questo grazie alla riforma Cartabia.
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