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Il testamento di Berlusconi si apre lunedì 26 giugno: l’eredità, i lasciti e il “tesoro” Fininvest da salvaguardare

silvio berlusconi testamento eredità figli
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Tre giorni prima dell'assemblea della capogruppo i figli conosceranno la volontà del padre sulle aziende e sugli immobili

Il notaio Arrigo Roveda aprirà il testamento di Silvio Berlusconi lunedì 26 giugno. Ovvero due settimane dopo la morte dell’ex premier. E, soprattutto, tre giorni prima dell’assemblea ordinaria di Fininvest convocata per l’approvazione del bilancio 2022. La riunione dei soci, spiega oggi il Corriere della Sera, potrebbe diventare così l’occasione per dar corso alle ultime volontà del fondatore riguardo la cassaforte di famiglia. Il quotidiano spiega che l’eredità di Berlusconi è ampia. Nel perimetro dei beni destinati agli eredi ci sono ville, imbarcazioni, opere d’arte e investimenti personali. Ma la parte più importante è la suddivisione delle quote della capogruppo. L’apertura del testamento sarà l’occasione per lo scioglimento del nodo della “legittima”.

Scene da un patrimonio

E quindi si scoprirà se l’ex premier ha posto la sua volontà per decidere chi sarà il suo successore nelle aziende. Di certo c’è che il lascito per Marta Fascina c’è: ammonta a una cifra che va dai 50 ai 120 milioni e avrà anche l’aggiunta di alcuni immobili. Per quanto riguarda i figli, secondo i pronostici Luigi, Barbara ed Eleonora, figli di Veronica Lario, saliranno complessivamente al 46%. Mentre Marina e Piersilvio, figli di Carla Elvira Dall’Oglio, arriveranno al 32%. Berlusconi però potrebbe aver deciso riguardo il 20% di quota di cui può disporre. Indirizzandola in modo da lasciare il governo di Fininvest a chi lo ha gestito fino ad ora. Ovvero alla figlia Marina. L’ex Cavaliere può disporre di un terzo dei suoi beni: gli altri due terzi vanno divisi in parti uguali tra i figli. Il patrimonio totale è stimato attorno ai 4 miliardi.

Le ville, gli immobili, le opere d’arte

Poi ci sono gli immobili intestati direttamente all’ex leader di Forza Italia, dei quadri e della società Dolcedrago. Alla quale fanno capo le ville più prestigiose (Arcore, la Certosa in Sardegna e così via). Gli immobili, secondo alcune stime ufficiose riportate dal quotidiano, potrebbero avere un valore complessivo di 650-700 milioni. Il 61% di Fininvest, sulla base del patrimonio netto della capogruppo, è stimabile in 3 miliardi.

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