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Autonomia differenziata, la Cassazione dà il via libera al referendum abrogativo: l’ultima parola adesso spetta alla Consulta

12 Dicembre 2024 - 11:58 Felice Florio
Il pronunciamento arriva dopo che la Corte costituzionale aveva accolto solo parzialmente i ricorsi di Puglia, Toscana, Sardegna e Campania

L’ufficio centrale per i referendum della Corte di cassazione ha dato il proprio assenso alla consultazione per abrogare la legge sull’autonomia differenziata. Sul testo, che porta la firma del leghista Roberto Calderoli, si era già espressa la Consulta. Esaminando i ricorsi di Puglia, Toscana, Sardegna e Campania, la Corte costituzionale aveva rilevato sette profili di illegittimità, respingendo però la questione di costituzionalità sull’intera legge. Dopo l’ok di oggi – 12 dicembre – arrivato dagli Ermellini, l’ultima parola sull’ammissibilità del quesito spetterà comunque alla Consulta, che si dovrebbe riunire a gennaio. Nel caso di esito positivo, toccherà ai cittadini esprimersi sulla bocciatura totale dell’autonomia delle Regioni.

Alcuni esponenti del governo Meloni scommettevano sul fatto che, dopo il parere della Corte costituzionale, sarebbero caduti tutti i quesiti referendari. Invece, resta in piedi quello relativo all’abrogazione totale della legge. La Cassazione infatti ha deciso di fermare il quesito che prevedeva un’abrogazione parziale della riforma, presentato dai Consigli regionali, poiché la Consulta ha già dichiarato illegittime le perplessità sollevate.

Esultano le opposizioni

I partiti di centrosinistra stanno esultando per la pronuncia della Cassazione. Angelo Bonelli, di Alleanza verdi sinistra, è stato tra i primi a commentare: «Questa è la disfatta dell’autonomia differenziata leghista e del mercimonio politico tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini. L’autonomia differenziata non può essere uno scambio politico per altre riforme come il premierato. Questa legge non serve al Paese, ma solo a portare avanti interessi di parte, a discapito dell’unità e dell’uguaglianza tra i cittadini». I rappresentanti del Movimento 5 stelle nelle commissioni di Affari costituzionali di Camera e Senato hanno pubblicato una nota: «Una nuova sonora bocciatura per il governo e per la maggioranza che sono andati avanti a testa bassa nell’approvazione della legge, nel contrasto al referendum e nella volontà di perseverare anche dopo che la Corte Costituzionale ha svuotato la legge cancellandone i pilastri principali».

Riccardo Magi, di +Europa, ha parlato di «una splendida primavera referendaria, dove gli italiani saranno chiamati anche a esprimersi sul referendum cittadinanza che abbiamo promosso insieme alle associazioni di nuovi italiani. Sarà una grande occasione di mobilitazione per avviare una necessaria riforma della legge sulla cittadinanza attesa da tanti anni e per fermare una pessima riforma varata dal governo Meloni». Anche la segretaria del Partito democratico Elly Schlein: «Crediamo molto in questa battaglia. Dopo il pronunciamento della Consulta che ha smontato la riforma, bisognerebbe che il governo si fermasse: è l’unico modo che ha per recuperare credibilità dopo lo strafalcione che la Corte ha smontato. Noi andremo avanti in questa battaglia».

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