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Dalla «nipote di Mubarak» alla difesa delle coppie omogenitoriali, tutte le battaglie dell’avvocato Maurizio Paniz

21 Giugno 2023 - 11:51 Redazione
Il legale che assiste una coppia di mamme bellunesi è già noto alle cronache nazionali per altri processi storici, come quello legato a Unabomber

Cinzia e Monica sono una coppia bellunese. Sei anni fa, hanno avuto un bambino all’estero con la procreazione assistita, ma il parto è avvenuto a Feltre (frazione di Belluno). Il lieto evento ha fatto nascere però anche una serie di controversie legali: il primo ricorso risale al 2018, contro la cancellazione del nome «intenzionale» dall’atto di nascita del piccolo registrato nel Comune di residenza. Il 30 dicembre 2020, il Tribunale di Belluno ha confermato tale procedimento. Anche la Corte d’Appello di Venezia, nell’aprile del 2021, si è espressa in modo analogo alla Procura. Adesso si attende la Cassazione: il ricorso è stato presentato lo scorso 31 maggio. In questa lunga battaglia sono affiancate da un legale tanto determinato quanto noto alle cronache nazionali: si tratta infatti di Maurizio Paniz, passato alla storia per difeso la causa della «nipote di Mubarak». E non solo: tra i suoi processi più rilevanti, spicca quello in cui ha preso le parti di Elvo Zornitta, uno degli indagati nell’inchiesta bis di Unabomber. All’attività legale ha inoltre affiancato la passione politica e calcistica: oltre a essere stato eletto deputato alla Camera la prima volta alle elezioni politiche del 2001 nel collegio di Belluno con Forza Italia (per poi fare il bis nel 2006), è infatti presidente dello Juventus Club Montecitorio. Adesso, alla rosa dei suoi molteplici interessi sembrano essersi aggiunti i diritti civili. Sebbene rispetto alla vicenda di Cinzia e Monica non si mostri in prima battuta particolarmente ottimista: «So già che anche questa sentenza non sarà favorevole alle mie assistite», confessa in un’intervista al Corriere della Sera. «Ne sono sicuro», prosegue, citando il vuoto normativo già denunciato a Open dal legale Alexander Schuster, esperto di diritti civili e difensore dei diritti della comunità Lgtbtqia+. E allora perché proseguire con il ricorso in tutti i gradi di giudizio? «Perché i giudici italiani avrebbero potuto rispettare le direttive comunitarie, fonti del diritto superiori alle leggi nazionali dei Paesi membri», spiega ancora Paniz.

Direzione Europa

E aggiunge: «Altrimenti, quando arriverà la sentenza della Cassazione, porterò il caso davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo, dove l’orientamento è completamente diverso. Il nodo centrale diventa trovare la soluzione più protettiva per il bambino». In questo caso, invece, Paniz si dice «sicuro» dell’appoggio dei giudici: «la Corte si è infatti già espressa nel senso di non compromettere i diritti dei minori, quindi il ricorso sarà accolto». A questo punto, «l’unico problema sono i tempi lunghi di pronunciamento». Alla fine, comunque, in caso di pronunciamento favorevole alle sue assistite, «gli atti di nascita dei figli di coppie omogenitoriali registrati dai Comuni italiani resteranno in vita così come sono. Quelli in cui il genitore 2 dovesse essere cancellato saranno ripristinati, se gli interessati presenteranno ricorso». Sarà possibile anche chiedere un risarcimento, che dovrà corrispondere lo Stato italiano «perché inadempiente rispetto alle normative europee». «Si tratterà di un ristoro più di principio che di sostanza – puntualizza il legale -, ma tutto ciò potrebbe servire ad altre coppie». In sostanza: la vicenda spianerebbe la strada ad altre coppie intenzionate a intraprendere lo stesso percorso.

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