Nel nuovo contratto di servizio Rai spunta la promozione della natalità. Ranucci (Report): «Sparito il giornalismo d’inchiesta»

Nel documento illustrato in cda sarebbe stata inoltre eliminata la parte relativa alla valorizzazione del giornalismo d’inchiesta. Ranucci: «Gravissimo»

La Rai dovrà «contribuire alla promozione della natalità e della genitorialità». È ciò che si legge nella bozza del contratto di servizio che la nuova dirigenza del servizio pubblico sottoscriverà a breve con il ministero dell’Economia. A rivelarlo è la Repubblica che spiega come il documento sia stato sottoposto ieri – lunedì, 26 giugno – al Consiglio di Amministrazione che ha inoltre approvato i palinsesti autunnali, che verranno presentati il 7 luglio a Napoli. Al punto h si legge infatti che la Rai dovrà «contribuire alla promozione della natalità e della genitorialità», e solo dopo «della parità di genere e delle pari opportunità». Ma non solo: nel nuovo contratto di servizio presentato sarebbe stata inoltre eliminata la parte relativa alla valorizzazione del giornalismo d’inchiesta. Questi (nuovi) elementi, che mirano a privilegiare le famiglie e i figli e poi le donne e i loro diritti e a eliminare la promozione di un tipo di giornalismo, non sono affatto passati inosservati. Tempestiva la reazione della segretaria dem, Elly Schlein, che si è espressa sulla mossa del governo Meloni definendolo un esecutivo di «ipocriti che intanto aumenta la precarietà e sta per tagliare il Pnrr sui nidi», si legge su Twitter. Sullo stesso tono il commento del deputato del Pd, Alessandro Zan, secondo cui eliminare la valorizzazione del giornalismo di inchiesta e la promozione della natalità nel contratto di servizio Rai significa «applicare in pieno il modello Orbán (il premier ungherese, ndr): in Rai la destra ostacola il giornalismo e impone il modello di società sovranista».


La polemica sul giornalismo d’inchiesta

Anche il conduttore di Report Sigfredo Ranucci, che prenderà il posto di Fabio Fazio la domenica sera su Rai 3, si è espresso sulla possibilità che venga rimosso nell’attuale contratto di servizio Rai la promozione del giornalismo d’inchiesta. «Il giornalismo d’inchiesta sta vivendo un momento molto particolare. Mi risulta che il contratto di servizio presentato alla Rai sia stato privato di una parte che c’era nel vecchio contratto di servizio che riguardava la valorizzazione del giornalismo d’inchiesta. Se questo fosse vero sarebbe gravissimo, perché a fare il contratto di servizio è stato il ministero del Made in Italy, guidato da Urso, che è stato oggetto di un’inchiesta di Report», ha detto il conduttore di Report, nel corso di un’intervista a Forrest su Radio 1. «Se il ministro oggetto di un’inchiesta priva la Rai della valorizzazione del giornalismo di inchiesta secondo me è un bruttissimo segnale – prosegue -. Sono convinto che è stato solo un errore di disattenzione e che quella parte verrà ripristinata il prima possibile», ha concluso.


La replica di Viale Mazzini

Per Viale Mazzini le «polemiche» sulla mancanza di un riferimento al giornalismo d’inchiesta all’inchiesto della bozza del Contratto di Servizio «sono prive di fondamento», si legge nella nota dove la Rai spiega che «si tratta di uno schema che dovrà essere discusso, come sempre accaduto, dalla Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. Nell’offerta di Servizio Pubblico si fa esplicito riferimento al giornalismo d’inchiesta nel capitolo dedicato all’informazione come genere specifico, per dare particolare rilievo a tutte le modalità che riguardano la valorizzazione della qualità dell’informazione. Ed è proprio sulla base del Contratto di Servizio che la Rai nei palinsesti presentati in Cda ha incrementato i programmi di giornalismo d’inchiesta per numero e per quantità di ore. A partire proprio dalla trasmissione Report che spostata alla domenica ha una durata maggiore e una serialità più lunga rispetto alla scorsa edizione», conclude.

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