Laura Efrikian e la truffa con la voce clonata del nipote: «Mi hanno rubato 5 mila euro, si sono anche finti carabinieri»

Era convinta di parlare con Jacopo. Ma i truffatori hanno messo su un piano perfetto

Laura Efrikian, 83 anni, ex moglie di Gianni Morandi, è una degli anziani che sono stati truffati con il metodo del nipote che chiede soldi. Ha raccontato al Corriere della Sera quello che le è successo: «Suona il telefono fisso. Rispondo. E riconosco la voce concitata di mio nipote Jacopo: “Nonna, papà è nei guai, devi aiutarci, per favore, ora ti spiego ma fai in fretta!”. Non era lui, ora lo so, ma un attore con la voce contraffatta, ormai le clonano, sono abilissimi, poi me l’hanno spiegato. Mi farfuglia che Marco aveva comprato un costoso macchinario per i concerti, ma il bonifico con cui lo aveva pagato non era arrivato. Che i titolari erano furiosi, pretendevano i soldi e stavano trattenendo mio figlio nei loro uffici, minacciando di portarlo dai carabinieri per la denuncia».


La linea occupata

Marco Morandi è il figlio di Gianni. Continua Efrikian: «Il mio finto nipote era agitatissimo. E si è subito raccomandato: “Non dirlo a nessuno, per carità, papà non vuole, pensa che figura se si viene a sapere”. E gli ho dato retta. Nel frattempo mi hanno chiamato anche sul cellulare, presentandosi come i creditori di Marco, intimandomi di pagarli al più presto». Nel frattempo lei prova a contattare la sua segretaria Arianna. «Ma questi banditi avevano già telefonato anche a lei con la scusa di alcuni pacchi da ritirare con urgenza, solo per tenere occupata la linea». Intanto il finto Jacopo insisteva al telefono chiedendo aiuto e sembrando addirittura terrorizzato. A quel punto lei ha preparato i soldi: «Circa 5 mila euro. Li tenevo in camera mia, chiusi in uno stipetto. Li avevo raccolti vendendo i miei quadri e i miei libri. Servivano per i poveri, da anni faccio la volontaria in Africa. “Così pochi?”, ha esclamato quello che credevo Jacopo. “Non puoi metterci anche dei gioielli, dell’oro?”. “Ma sei matto? Non ne ho”».


I finti carabinieri

La fine della storia nel colloquio con Giovanna Cavalli: «Hanno suonato alla porta. Ho aperto. C’era un ragazzo di colore. Ha parlato pochissimo. Mi ha chiesto i soldi. Li ha contati ad alta voce, parlando al telefono con un complice: 19 pezzi da 50, non so quanti da 20. Poi se n’è andato». Il falso Jacopo le ha detto di non dire nulla alla sua vicina di casa perché «papà non vuole che si sappia niente. Vuoi farlo morire di vergogna?». Ma il marito della vicina ha intuito che c’era qualcosa che non andava e ha fotografato il ragazzo mentre scappava. A quel punto la vicina ha ricevuto una telefonata: «Hanno detto di essere i carabinieri, di aver catturato il ladro e di aspettarli. Invece erano i malviventi, così abbiamo perso altro tempo».

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